Dalla Puglia “No deciso alle trivelle”
La Puglia proprio non ci sta, e torna ad affermare con forza la propria contrarietà alle trivellazioni che minacciano la qualità delle acque marine dell’adriatico edello ionio. Il consiglio regionale è tornato infatti a discuterne ieri in una riunione aperta ai parlamentari pugliesi nel corso della quale è stato presentato l’ordine del giorno (approvato il 14 ottobre) con il quale si impegnava la giunta regionale ad intraprendere ogni iniziativa utile nei confronti del governo nazionale per modifiche degli art. 36, 37 e 38 del decreto legge “Sblocca Italia” e si invitavano tutti consigli regionali ad approvare nuove proposte di legge alle camere per vietare la ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi in mare (come già fatto da Puglia, Veneto, Abruzzo, Molise e Marche). Il documento inoltre invitava a promuovere ricorso alla corte costituzionale in caso di conversione in legge delle norme stesse. “da tempo il consiglio regionale si batte in prima linea per una battaglia – ha spiegato in aula il presidente dell’assemblea regionale pugliese, Onofrio Intorna – che non è esaurita e che noi continueremo a portare avanti in ogni sede e con tutte le forme che la democrazia mette a disposizione. Vogliamo salvaguardare il nostro mare, le attività produttive che su questo mare sono in corso. Non solo quello delle migliaia di famiglie che vivono del lavoro della pesca, ma tutto l’indotto che sul turismo balneare che si è andato realizzando”. Quindi non investimenti, non aziende, non attività che possano arrecare offesa all’equilibrio ambientale. “abbiamo scelto di difendere l’ambiente, la natura, la bellezza della puglia e penso – ha aggiunto introna – che le nostre battaglie sono le battaglie che vedono i pugliesi schierati in prima linea. Non possiamo deludere questa puglia che vuole pensare al futuro con uno sviluppo diverso, alternativo a quello dell’inquinamento”.
All’incontro, che coincide oggi con la mobilitazione nazionale organizzata dalle associazioni ambientaliste Legambiente, WWF, Greenpeace (presenti in aula), sono intervenute inoltre Italia nostra, il movimento “no petrolio – sì energie rinnovabili” e i comitati a tutela dell’ “acqua bene comune”. Introna dopo l’incontro di stamattina con le associazioni pugliesi ha partecipato a potenza ad un’altra riunione con le associazioni al fine di “sviluppare in tutto il paese un’azione di grande sensibilizzazione soprattutto nei confronti del governo nazionale”. Vorrà il decisionista Governo Renzi ascoltare le esigenze dei territori? O deciderà di proseguire in una politica energetica scellerata e senza alcun beneficio per la Puglia?