Regione Puglia: “Legge 50/50, mai più senza”, la battaglia delle donne riparte
Una pioggia di cartoline inonderanno il Consiglio regionale della Puglia il giorno in cui si discuterà della legge elettorale e quindi di parità di genere. Cartoline firmate dalle donne e dagli uomini, quei cittadini pugliesi che credono nella importanza e nel significato di una rappresentanza femminile all’interno dei luoghi della politica e nelle istituzioni. “Un consiglio regionale abitato da soli uomini? Non in mio nome”, questo è lo slogan che “armerà” la nuova campagna di raccolta di firme che punta a fissare gli obiettivi noti: liste in cui nessun genere può essere rappresentato in misura superiore al 50% pena la inammissibilità della lista stessa; si possono esprimere due voti di preferenza ma devono essere di genere diverso, in tutti i programmi di comunicazione politica deve essere assicurata la presenza di candidati di entrambi i sessi, con pari visibilità. Si rivà quindi, e alle griglie di partenza schierate le assessore della Giunta Vendola fra le quali Alba Sasso e Loredana Capone, l’eurodeputata Elena Gentile, la consigliera regionale Anna Rita Lemma, la Commissione pari opportunità e la Consulta femminile della Regione Puglia, la consigliera di parità Serenella Molendini, la portavoce del Comitato 50/50 Magda Terrevoli e tante, tantissime donne in rappresentanza dei vari comitati, gruppi e associazioni femminili, che nel corso di una conferenza stampa hanno spiegato le ragioni di un impegno che parte dal rispetto dell’articolo 117 della Costituzione che recita: “le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive”. Ergo. Questa volta bisogna scongiurare il rischio che ancora una volta la scelta del voto segreto possa affossare nuovamente l’iniziativa. Elena Gentile ha detto che chiederà al segretario del suo partito che venga imposto ai consiglieri del Pd di votare palesemente, anche in presenza di una richiesta di voto segreto. Loredana Capone ha sottolineato che nella prossima tornata elettorale il rischio di indebolire la rappresentanza femminile è maggiore, perché l’assenza di consigliere elette non potrà essere colmata nemmeno attraverso la cooptazione dall’esterno, in quanto nella prossima legislatura saranno possibili solo due assessori esterni. Per Alba Sasso un Consiglio privo di donne non può essere rappresentativo di tutti i cittadini ed “è sicuramente un Consiglio più povero, distante dalla realtà.” Anna Rita Lemma porterà avanti personalmente la battaglia in VII Commissione dove si sta discutendo della legge elettorale. Ha già presentato gli emendamenti che consentiranno di riaprire la discussione su questo tema. “La doppia preferenza e il criterio 50%50 – ha concluso Magda Terrevoli – pur non esaurendo i limiti della partecipazione femminile alla vita della istituzioni, introduce criteri di equiparazione e pone all’attenzione della scena politica l’urgenza di un diverso assetto segnato dalla differente visione del mondo delle donne e della loro intelligenza operativa”.