In Italia la Democrazia è morta, a dirlo è il prof. Walter Laganà
Riceviamo e pubblichiamo la lettera qui trasmessa dal prof. Walter Laganà, già sindaco di Monopoli, relativamente alle ultime elezioni regionali:
Gentile Direttore
In Italia la Democrazia è morta. Infatti le recentissime elezioni regionali dell’Emilia Romagna e della Calabria, rispettivamente con il 63% e il 60% circa delle astensioni, hanno dimostrato che 6 cittadini su 10 non sono andati a votare. Con una percentuale così bassa di elettori e di elettrici non è possibile ritenere legittime le elezioni dei Presidenti e dei Consiglieri regionali delle suddette Regioni Italiane, perché una sparuta minoranza le ha votate. Per questo motivo il Presidente delle Repubblica, l’unico garante della Costituzione Italiana e del rispetto delle leggi, dovrebbe annullare le predette elezioni, perché non hanno raggiunto il 50% più uno della popolazione. I partiti (?) attuali dovrebbero riflettere e dovrebbero dimettersi perché non hanno il consenso degli italiani. Parlare, pertanto, di vittoria, dopo una clamorosa “dèbâcle”, non ha senso, con tutto il rispetto per quelle persone che l’hanno affermato. Quindi, oltre alla paurosa crisi economica, vi è in Italia una crisi politica che non ha precedenti nella storia italiana. Pochissimi cittadini non possono determinare le elezioni degli amministratori ad ogni livello dei territori e del Governo italiano. Già in Italia vi sono squilibri enormi, perché il 10% possiede il 50% della ricchezza, mentre l’altro 50% della ricchezza è distribuito, e neppure equamente, fra il resto della popolazione. La crisi più grave oggi della nostra Nazione è quella politica. Non esistono più i partiti, vera fucina di idee, di progetti e di confronto, ma soltanto delle primarie, cioè un’invenzione assurda per determinare una classe dirigente e il governo della Nazione senza alcuna professionalità e senza alcun carisma e meritocrazia in un paese dove cultura, tradizione, costumi e dialogo tra le diverse forze sociali sono sempre state il sale della democrazia. Dovremmo eventualmente inventare qualcosa di diverso, perché non siamo gli Stati Uniti d’America.
I nostri Padri Costituzionalisti si stanno voltando e rivoltando nelle loro tombe e i milioni di cittadini, che sono morti nella Prima e Seconda Guerra Mondiale per dare all’Italia una società più umana, più giusta e più solidale, di fronte a questo recente spettacolo indecoroso delle elezioni regionali, hanno combattuto invano e anche invano hanno fatto olocausto della propria vita. Dopo la liberazione del 25 aprile 1945 gli uomini e le donne di buona fede e volontà si misero insieme per dare alla Nazione una Costituzione che assicurasse la partecipazione di tutti alla ricostruzione politica e sociale dell’Italia e un sistema elettorale fondato sul proporzionale puro per dare a tutti i cittadini una rappresentanza nei vari livelli istituzionali. Il sistema proporzionale è stato sostituito da leggi elettorali che non hanno nulla a che fare con gli interessi della Nazione, ma che servono soltanto ad alcuni per avere un’egemonia sugli altri e che oggi hanno portato l’Italia alla disperazione e alla miseria. La giovane generazioni non hanno più fiducia in nessuno, perché non vi sono più uomini e donne che si interessano della cosa pubblica come servizio sociale, ma solo come un modo per arricchirsi, per apparire e per schiavizzare i propri simili. In una società, dove non esiste più un’etica politica, ma che si pensa soltanto alla moneta, al mercato e alla propria visibilità, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. E tutti quei partiti (?) che pensano di aver vinto si dovrebbero soltanto vergognare. La maggioranza della popolazione dell’Emilia Romagna e della Calabria non ha votato e questo dovrebbe far riflettere anche il governo in carica, perché serpeggia un malessere gravissimo e strisciante nella stragrande maggioranza della popolazione italiana. Il 37%, il 40% e il 41% non rappresentano il 60% che non vota, ma solo il fallimento di chi detiene il potere senza consenso, cioè un potere abusivo. È bene ricordare che una sparuta minoranza determinò la politica del famigerato ventennio. Speriamo che anche in Italia non si realizzino i corsi e ricorsi storici di Vichiana memoria.
Meditate gente! Meditate!
Walter Laganà
(già due volte Sindaco di Monopoli)