Monopoli: quasi 11.000 euro per lo Spirito Santo
La Giunta Comunale nella seduta dell’11 dicembre ha espresso l’indirizzo relativo alla necessità di rendere la Chiesa rupestre dello “Spirito Santo” fruibile alla collettività attraverso l’individuazione di uno o più soggetti dotati di alta specializzazione e professionalità a cui affidare la realizzazione degli essenziali interventi di ripristino, di start up e gestione per cinque anni del sito. Per il raggiungimento di questi scopi è stata stanziata la somma di € 10.665,82. Si dovrà provvedere alla realizzazione di una serie di interventi di ripristino strutturale quali ad esempio la manutenzione del verde, il ripristino di elementi architettonici, la rimozione di colate di cemento sul banco roccioso di copertura della cripta e dal basamento esterno del lucernario, il ripristino con malta idraulica e cocciopesto in luogo del cemento e la realizzazione di una mappetta in cocciopesto sulle pareti limitrofe della scalinata d’accesso. La chiesa è ubicata alle spalle del cimitero, percorrendo la strada comunale che porta in contrada Conghia. La cripta denominata dello “Spirito Santo”, rappresenta una vera gemma dell’architettura rupestre, una vera e propria basilica ricavata con grande perizia tecnica. La chiesa, divisa in tre navate principali conclusa da altrettanti absidi è caratterizzata dalla presenza di colonne decorate con capitelli pregevolmente intagliati. Dalle colonne si dipartono archi a tutto sesto che scandiscono la lunghezza e larghezza delle navate; fantastico è il soffitto caratterizzato dalla presenza di volte a crociera. Il Santuario rupestre è ispirato indubbiamente ispirato ad un monumento romanico presente nella città, forse la basilica cattedrale. Gli affreschi che quasi sicuramente un tempo decoravano interamente la chiesa sono coperti da uno strato di calce, comunque vi troviamo frammenti di affreschi anche di epoca tarda, come quello delle “Anume Purganti”. L’auspicio è che si possa rendere fruibile questo come altri siti della città e, soprattutto, che si possa fare in modo che siano le risorse culturali cittadine a poter essere parte attiva della sua fruizione e promozione, senza il ricorso a “stampelle” esterne alla città.
Cosimo Lamanna