Sequestrati beni a due pregiudicati
Nella giornata di ieri i Finanzieri del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata di Bari hanno proceduto al sequestro di una profumeria e due immobili a Japigia, oltre a tre autovetture e nove rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa 1,2 milioni di euro. I due provvedimenti sono stati emessi dal Tribunale di Bari – Sezione Misure di Prevenzione (Presidente dottoressa Francesca La Malfa, Giudici Delegati dottoresse Ida Iura e Rosa Caramia), su proposta del Procuratore della Repubblica di Bari, in applicazione della normativa antimafia contenuta nel D.Lgs. 159/2011. Le indagini svolte hanno consentito di dimostrare che tali beni, intestati formalmente a dei prestanome, sono, in realtà nella disponibilità di due pregiudicati, Matteo Bombacigno, classe 1962 e Antonio Busco, classe 1982 soggetti vicini agli ambienti della criminalità organizzata della città. In particolare Bombacigno, già destinatario di un provvedimento di sorveglianza speciale di P.S., è gravato da numerosi e significativi precedenti per reati contro il patrimonio, quali furto, ricettazione, nonché per reati in materia di stupefacenti in quanto partecipe di un organizzazione dedita a tali traffici illeciti, contigua allo storico clan Parisi di Japigia. Nell’ottobre 2012, il Bombacigno è stato, da ultimo arrestato per porto e detenzione di una pistola automatica con matricola abrasa che aveva nascosto all’interno della pizzeria gestita dalla moglie. Busco Antonio, attualmente sottoposto alla sorveglianza speciale di P.S. per la durata di tre anni a decorrere dallo scorso mese di febbraio, ha subito nel 2008 una condanna a quattro anni di reclusione per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti, emergendo la sua appartenenza al clan Capriati egemone nel borgo antico. Numerosi i suoi precedenti in materia di armi. Nel 2004 fu trovato in possesso di una pistola con dieci colpi nel caricatore, nascosta sotto il letto insieme ad uno scanner usato per intercettare le frequenze radio delle forze di polizia. Nel 2010, poi, ha forzato un posto di blocco, tentando la fuga a bordo di uno scooter con conseguente inseguimento e conflitto a fuoco con le forze dell’ordine. Le indagini eseguite dai finanzieri, anche attraverso l’analisi ed il confronto delle informazioni estratte dalle diverse banche dati in uso alla Guardia di Finanza (Anagrafe Tributaria, Anagrafe dei rapporti finanziari, S.D.I. e applicativo Molecola dello S.C.I.C.O.), hanno permesso di verificare l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità dei proposti e la loro capacità economica lecita. I due pregiudicati, infatti, non hanno mai prodotto nella loro vita redditi ufficialmente dichiarati. Il Tribunale di Bari sottolinea che, come sempre, garantirà ogni sforzo per assicurare la prosecuzione dell’attività commerciale oggetto di sequestro che è stata già affidata ad un amministratore giudiziario.