Emergenza Xylella: una nota di Agrinsieme
La decisione assunta ieri dalla Commissione Ue per fronteggiare l’emergenza Xylella introduce misure molto drastiche per le quali non è difficile prevedere pesanti ricadute economiche a danno dei produttori e delle cooperative olivicole che operano nei territori interessati, insieme a perdite commerciali consistenti che metteranno in ginocchio il settore vivaistico regionale e non solo. Pur riconoscendo i miglioramenti del provvedimento comunitario rispetto alle prime bozze, che salvaguardano, maggiormente ma non completamente, gli oliveti della provincia di Lecce, è indispensabile intervenire subito attivando fondi nazionali ad hoc previsti per le emergenze, come il fondo di solidarietà nazionale, perché gli operatori possano, anche se in parte, essere risarciti dei danni subiti e ottenere sgravi fiscali e previdenziali nonché agevolazioni creditizie. Così Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agricole, commenta le misure deliberate dal Comitato Ue per la salute delle piante con 27 voti a favore e uno solo contrario, quello dell’Italia.
Quanto disposto in particolare per le zone a Nord di Lecce, dove è prevista la rimozione e la distruzione delle piante infette e, a seguito di apposite analisi, di tutte le piante possibili vettori della malattia all’interno di un raggio di 100 metri, a prescindere dal loro stato di salute, rischia – sottolinea Agrinsieme – di creare conseguenze irrimediabili sia per l’olivicoltura sia per altre produzioni arboree altrettanto strategiche per l’economia pugliese. Se a ciò aggiungiamo il divieto di esportazione di materiale vegetale originario delle aree delimitate che tocca quasi 200 specie vegetali, il contesto potrebbe drammaticamente peggiorare ed allargarsi, anche per via di inutili allarmismi, ad altre produzioni del comparto vivaistico con danni commerciali e d’immagine per il sistema Italia.
Ci sono evidenze scientifiche – ricorda Agrinsieme – che dimostrano che le piante di viti o agrumi, ad esempio, non possono essere realmente infettate dal ceppo della Xylella pugliese (subspecie pauca, ceppo CoDiRO) che attacca solo l’ulivo e non è stata ad oggi mai riscontrata su agrumi e vite, come confermato dall’EFSA. Questo timore, strumentalizzato dalla Francia, è alla base della decisione della Ue di optare per una linea dura. Inoltre, rileva ancora Agrinsieme, i blocchi commerciali operati prima dall’Algeria, poi dalla Francia, dal Marocco (e altri paesi sono in procinto di farlo) stanno causando speculazioni e concorrenza sleale. Il settore tutto è in forte allarme perché teme gravi perdite oltre a un pesante danno di immagine per i prodotti vivaistici italiani. Ora, conclude Agrinsieme, l’attenzione si deve urgentemente spostare sulle politiche agricole. Serve una soluzione rapida e strutturale per risarcire gli agricoltori colpiti dalla crisi. Un’azione forte e coesa, in primis in Europa, dove agli annunci del Commissario Hogan di stanziare risorse per risarcire gli agricoltori e le cooperative danneggiati, devono seguire fatti e iniziative concrete.