Mola di Bari: serata con la storia al N. Tridente
Serata di storia e di emozioni mercoledì sera presso l’Istituto “N. Tridente” di Mola di Bari. “La Scuola Tanzi incide qui nel marmo i nomi degli alunni che della loro fiorente giovinezza fecero offerta votiva alla Patria” così recita una lapide commemorativa posta all’interno dell’Istituto molese, ed è proprio da lì che è nata l’idea di celebrare il centenario della Prima Guerra Mondiale con una manifestazione dal tema: La scuola nella Storia – La storia nella scuola, ideata dalla prof.ssa Maria Grazia Montedoro. Diversi e interessanti gli interventi, a cominciare da quello del Dirigente Scolastico dell’IISS “Godjoux – Tridente” Giuseppina Losito, che ha introdotto la serata, di Gianni Capotorto, che ha relazionato su “I molesi caduti nella Prima Guerra Mondiale”, di Anna Montedoro che ha parlato de “Le donne nella Grande Guerra”. Gli interventi sono stati intervallati dall’ottima esibizione del Coro dell’Accademia del Canto diretta dal M° N. Diomede “Canti di Guerra”. A presentare i vari momenti della serata gli alunni del Tridente. Cento anni fa, il 24 maggio 1915, l’Italia entrava nella “grande guerra” attaccando l’esercito austro-ungarico nella regione del fiume Isonzo. L’Italia non entrò in guerra subito, com’è noto, ma un anno dopo, scatenando due generi di conflitti: il primo di chi combattè quella guerra, i fronti italiani e la vita delle trincee e quello “interno”, decisivo in una guerra che sarà “per tutti”. La guerra segnerà per sempre i corpi e le menti di una generazione. La Prima Guerra Mondiale si caratterizzerà da subito per l’utilizzo delle trincee, tattica non nata in quel periodo ma diffusosi allora su larga scala costituendone sicuramente il capitolo più terribile e sanguinoso. Le novità introdotte dall’evoluzione delle armi da fuoco e di grandi eserciti di leva avevano modificato in maniera drammatica la natura stessa della guerra, ma le strategie militari non si erano adeguate ai nuovi dispositivi bellici, restando legati ad una guerra di assalto. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale i comandi militari avevano pianificato un conflitto di breve durata, non molto diverso dalle guerre precedenti, ma subito ci si accorse che era possibile respingere un attacco anche disponendo di una copertura molto limitata. Gli attacchi frontali comportavano perdite drammatiche, per cui si riteneva che solo un aggiramento sui fianchi desse qualche possibilità di vittoria. La drammaticità della vita di trincea traspare in opere come “I soldati” di Giuseppe Ungaretti: Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie.