Monopoli: il Castello Carlo V tra Tripadvisor e notizie storiche
Il Castello di Carlo V di Monopoli ha ottenuto il certificato di eccellenza 2015 di Tripadvisor, la più grande community di viaggiatori del mondo. Il certificato, inviato al Comune di Monopoli da Marc Charron, Presidente di TripAdvisor for Business, è attribuito in base alla qualità di opinioni e recensioni pubblicate su TripAdvisor. Per il profilo del Castello di Carlo V il 64% delle recensioni hanno espresso un giudizio eccellente o molto buono. «Se coloro che hanno visitato il Castello di Carlo V di Monopoli hanno ritenuto di esprimere un giudizio positivo non può che farci piacere. Il certificato di eccellenza è un prestigioso riconoscimento soprattutto perché deriva dalle recensioni di chi ha realmente visitato il Castello», afferma il Consigliere Comunale delegato alle Politiche Culturali Giorgio Spada. «Il certificato di Tripadvisor è il miglior premio all’impegno profuso per la valorizzazione dei nostri siti culturali e deve rappresentare uno stimolo in più per fare ancora meglio. Tale risultato è oggi motivo di orgoglio non solo per l’Amministrazione Comunale ma per tutta la città e si aggiunge al certificato di eccellenza ricevuto dalla Basilica Cattedrale», conclude il Sindaco di Monopoli Emilio Romani.
Un po’ di storia …..
Nel 1529, quando si affermò a Monopoli il dominio degli Spagnoli, la città era sprovvista di un castello che potesse difendere il territorio circostante, per cui l’imperatore Carlo V fece edificare un castello militare in tutte le città del suo regno che ne erano sprovviste. In verità Monopoli aveva già avuto un suo castello, detto “Svevo – Normanno”, che nell’anno 1414, durante il regno della regina Giovanna II, venne incendiato e distrutto dai monopolitani. Il gesto, secondo la leggenda, si verificò perché i monopolitani erano arrabbiati per le angherie del castellano. Gli storici, invece, tramandano che il Castello rappresentava il dispotismo regio, travolto da un vero moto popolare. Oggi di quell’imponente castello non è rimasto niente, tranne due pregiate finestre che si affacciano all’inizio di Via Barbacana.
Il “nuovo” castello fu edificato sul promontorio, detto Punta Penna, a nord della città antica, un punto strategico perché situato all’imboccatura dell’antico porto. Nell’ottobre del 1544 il viceré di Napoli, Don Pedro de Toledo, condonò la somma di seicentomila ducati dovutagli dall’Università di Monopoli, affinché fosse spesa nella costruzione del castello e in altre opere di fortificazione della città e, secondo la volontà di Carlo V, curò personalmente i lavori di edificazione del castello, già in parte realizzato nel 1547, perché in quell’anno vi alloggiò un esercito composto da militari locali e spagnoli con a capo Don Ferrante Loffredo. I lavori, tuttavia, terminarono nel 1552, come reca l’epigrafe e la dedicazione a Don Pedro de Toledo posta sulla facciata verso il mare. L’aspetto originario del castello era molto diverso, perché fungeva da fortezza militare e, proprio per esigenze di difesa, era in comunicazione con le torri di avvistamento costiere, il Monastero di S. Stefano e le masserie fortificate. L’edificio era costituito dal piano banchina, dove si trovavano l’ingresso (diverso da quello attuale), la camerata dei soldati, i locali di servizio, e dal piano piazza d’armi (oggi piano cortile), intorno alla quale c’erano poche stanze in muratura con volta a capriata (soffitto ligneo) e utilizzate per conservare le munizioni e le armi. I due piani erano collegati da una scalinata. All’esterno dal lato NO fu costruita la scarpata a calice o a punta di diamante, che fungeva da frangiflutti e che fu completamente abbattuta nel 1866 per far posto al molo Margherita.
Nel 1660 il castello subì delle modifiche perché diventa residenza per le famiglie dei militari spagnoli. Di quel periodo sono: la torre cilindrica d’ingresso con decoro ad archetti aggettanti e incavo che ospitava il ponte levatoio e, a destra dell’ingresso, finestre e balconi a tre arcate a doppia altezza, eliminati prima del 1960 perché ritenuti superfetazioni dal soprintendente di Bari. Furono inoltre realizzati i camini per il riscaldamento in ogni stanza, l’ampliamento e costruzione delle stanze in conci di tufo e volte a botte al piano cortile. La nuova piazza d’armi venne, invece, realizzata al piano copertura e per spostare i cannoni al piano superiore si rese necessario costruire la rampa al piano cortile, ancora oggi visibile.
Nel 1831 il castello diventa Carcere Mandamentale per ordine di Francesco I, re delle Due Sicilie, e subisce ulteriori rimaneggiamenti al piano cortile. Il carcere viene chiuso nel 1969. LaMarina Militare durante la seconda guerra mondiale fece costruire delle torrette di avvistamento in cemento armato sul piano copertura. Il castello rimane poi abbandonato e pericolante fino al 1979, quando l’Amministrazione Comunale si fa promotrice dei lavori di consolidamento e restauro tuttora in corso.
La parte più importante del castello, comunque, si trova a quota banchina, dove è ubicata un’antica chiesa bizantina del X secolo, testimonianza del monastero di S. Nicola de Pinna, così chiamata perché situata sulla punta del promontorio ed è stata riscoperta nel 1948. Secondo G. Indelli, storico monopolitano, il monastero è stato fondato nella seconda metà del X secolo da un monopolitano di nome Sassone, in crisi mistica dopo la morte della moglie. Troviamo ancora una grande porta ad arco di epoca romana, probabilmente una porta d’accesso alla città per coloro che avevano imbarcazioni di stazza maggiore, che attraccavano fuori dal porto. Sempre al piano quota banchina troviamo un brano di mura messa piche. Presente anche una torre di avvistamento o fortilizio della fazione aragonese risalente al 1435. Al piano cortile, in una delle stanze è possibile vedere un brano di cinta muraria del 1400 che taglia trasversalmente tutta la struttura del castello. Attualmente il Castello Carlo V si presenta a pianta pentagonale, tipica delle cinquecentesche fortezze spagnole. E’ costruito in conci di tufo squadrati e presenta due piani principali: la quota banchina e la quota piazza d’armi, oltre a piani intermedi, che venivano utilizzati come riserve idriche e alimentari. Dalla piazza d’armi è possibile osservare il piano passo ronda, costituito da un camminamento, che collega la torre di vedetta sul vertice NO con quella sul vertice SE. All’esterno del castello si osservano strombature per cannoniere, alcune anche rivolte verso la città, perché si temeva l’attacco dalla stessa città di Monopoli, historia docet..
Dal 1998 il castello “Carlo V” è aperto al pubblico come contenitore culturale, il Ctg Egnatia di Monopoli ne curò le visite guidate in occasione della giornata inaugurale.
Ricostruzione storica a cura del Ctg Egnatia
Bibliografia
M. Fanizzi, Istoria di monopoli del primicerio Giuseppe Indelli, con note di Don Cosimo Tartarelli, Schena Editore 1999.
Barletta, A. Papio, S. Rotondo, Contributo storico-critico ad uno studio sistematico sulle traformazioni del castello di Monopoli, in “Monopoli nel suo passato” n.5, Comune di Monopoli 1991.
D. Capitanio, I cannoni di Gaeta riarmano le antiche fortificazioni di Monopoli, smilitarizzate nel 1866 dallo Stato Unitario, da Giornale delle Due Sicilie, novembre – dicembre 2000, anno 53 n°5 pag.9.