Agricoltura: sul latte in polvere non bastano le rassicurazioni del Governo
Risposte non soddisfacenti del ministero al question time in Commissione Agricoltura alla Camera sulla nuova disposizione comunitaria. Per il M5S, è a rischio la qualità delle produzioni italiane. “Martina intervenga in UE”
“Che le regole dell’UE fossero a tratti assurde lo sapevamo già, ma questa settimana abbiamo avuto l’ennesima conferma di quanto queste regole non tutelino l’agroalimentare italiano”. Con queste parole i deputati 5 Stelle hanno incalzato il Governo, durante il question time in Commissione Agricoltura, per chiedere l’intervento italiano nella vicenda del formaggio fatto con il latte in polvere. La Commissione europea ha, infatti, recentemente messo in mora il nostro Paese per violazione del diritto dell’Unione in materia di produzioni lattiero-casearie con riferimento, in particolare, alle norme concernenti il divieto di ricostituzione del latte in polvere per alimentazione umana, considerato da Bruxelles lesivo della libera circolazione e concorrenza delle merci. Tanto da richiedere un adeguamento normativo nazionale a quello comunitario, escludendo le produzioni Dop e Igp.
“Noi non ci stiamo – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – e per questo abbiamo chiesto al Ministro Martina quali azioni intenda intraprendere al fine di tutelare le produzioni lattiero-casearie italiane minacciate dall’uso del latte in polvere. La richiesta dell’UE, scaturita tra l’altro da un’istanza proveniente proprio dall’Italia, rappresenta un adeguamento al ribasso per il nostro Paese, favorevole solo alle multinazionali straniere e rischia di compromettere la qualità di oltre 400 produzioni nazionali, in gran parte formaggi, la cui specificità ed originalità sta proprio nella qualità della materia prima utilizzata, ovvero il latte, oltre che nel valore dei saperi e dei territori. La risposta del Governo ci è sembrata però una blanda rassicurazione e non ci può bastare, ma soprattutto scatena forti dubbi considerato che per agire servirà la collaborazione tra Ministero dell’Agricoltura e Ministero dello Sviluppo Economico – prosegue L’Abbate (M5S) – Una collaborazione inefficace come dimostrato nella non azione per il ritorno all’obbligo dell’indicazione dello stabilimento di produzione in etichetta. Per questo siamo scettici e continuiamo a chiedere con urgenza la chiusura di questo surreale contenzioso e non solo, chiediamo al Governo di sbattere i pugni sul tavolo europeo ed ottenere finalmente la revisione della normativa comunitaria in materia di etichettatura di origine, obbligando all’inserimento in etichetta di tutti gli ingredienti, compreso il latte in polvere”.