Michele Emiliano è positivo per il Patto Salute
“Oggi è stata una giornata di buon lavoro con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin assieme ai presidenti delle regioni d’Italia. È stata soprattutto posta la questione di come le regioni del Sud possano recuperare lo svantaggio rispetto alle regioni del Nord”. Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano al termine della lunga e proficua riunione svoltasi ieri mattina a Roma con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e i presidente delle regioni d’Italia, in occasione del Tavolo politico sul Patto Salute 2014-2016. “Abbiamo immaginato – ha aggiunto Emiliano – di costruire una road map di obiettivi precisi da conseguire in tempi determinati attraverso investimenti non più confusi ma assolutamente organizzati tra le regioni del Mezzogiorno per consentire, a queste ultime, di limitare la cosiddetta mobilità passiva. Ciascuna Regione dovrà investire laddove è più debole, e lo dovrà fare in coordinamento e in collaborazione con le altre regioni del Sud”. Per Emiliano si tratta di “una strategia positiva che il ministro ha considerato utile e che al più presto verrà consolidata in sede di conferenza delle regioni”. Insieme con il presidente Emiliano, anche il direttore del Dipartimento Promozione della Salute, del benessere sociale e dello sport per tutti della Regione Puglia, Giovanni Gorgoni. “Il dato che è emerso prepotentemente dal lungo confronto di questa mattina – ha sottolineato Gorgoni – è stato ancora una volta quello relativo alla rappresentazione di due Italie, alle quali vengono richiesti pari livelli essenziali di assistenza senza che venga chiarito quale sia il fabbisogno minimo di capitale umano per garantirli. Nelle regioni del Sud, la risorsa umana è spesso lontana da livelli qualitativi e quantitativi necessari per garantire i LEA”. “È stato anche ribadito – ha concluso Gorgoni – quanto emerso alla fine del 2015 in tema di riparto del FSN: e cioè che l’attuale sistema dei costi standard non soddisfa nessuno e non compensa le determinanti sociali della salute”.