Monopoli: Emilio Romani “non ha detto se ne vada altrove” …. Verità ed effetto Rashomon
Di tutto si può accusare questa redazione e il sottoscritto, ma sicuramente non di dire falsità o, quantomeno, di dire volutamente delle bugie. Questo facendo seguito ad un articolo da noi pubblicato in data … a seguito della vittoria del sindaco di centro destra Angelo Annese nelle consultazioni amministrative del Comune di Monopoli nel quale, ascoltando la diretta televisiva di Canale 7 il sindaco uscente ing. Emilio Romani in una fase concitata dei festeggiamenti e scaricando l’evidente e condivisibile tensione della campagna elettorale, ci era sembrato aver detto le seguenti parole ““continueremo a scrivere la storia di questa città e chi non è contento può andare altrove…” , parole queste ultime che anche altri telespettatori avevano avuto la sensazione di udire. Ritenendo importante un’affermazione del genere giornalisticamente abbiamo voluto evidenziarla. Bene, questa mattina, dopo ben quattro giorni di distanza, appariva sulla pagina dell’ex sindaco Emilio Romani il post che riportiamo ” Visto che da lunedì scorso girano un articolo e vari post su facebook sul mio presunto invito ad andar via a chi era contento, è giunto il momento di chiarire una volta per tutte quello che ho effettivamente detto in diretta televisiva su Canale7 alle ore 01.47 di lunedì 11 giugno 2018. Come si vede dal video che posto, non ho mai detto quello che qualcuno ha voluto attribuirmi e che è stato fatto diventare virale sui social. A quel giornalista (candidato nello schieramento avversario) che ha fatto uscire questa falsità, vorrei ricordare che le bugie hanno gambe corte e cervello piccolo!“. Non entriamo nel merito degli aggettivi finali ma, contrariamente a quanto possa pensare l’ing. Romani, la nostra redazione ha molto a cuore la verità delle proprie affermazioni e, soprattutto, il riportare versione dei fatti della parte interessata. In particolar modo si riferisce quanto asserito dal sindaco uscente e cioè che le parole da lui pronunciate non sono state “chi non è contento può andare altrove“, ma “chi non è contento se ne farà una ragione“. Presi dal ragionevole dubbio e volendo fare chiarezza, abbiamo proceduto a ricerca su internet il video dell’emittente televisiva Canale 7 riferito a quell’episodio, ma non era presente in rete, motivo per cui ci siamo rifatti all’unica fonte disponibile oggi, vale a dire un video postato a chiarimento proprio dall’ex sindaco Emilio Romani dal quale si evince, senza ombra di dubbio, che le parole pronunciate sono, effettivamente, “chi non è contento se ne farà una ragione“. Questo si riporta per opportuna e doverosa rettifica di quanto riportato nell’articolo de quo, precisando al sindaco uscente che non solo non era intenzione di questa redazione dire una cosa non vera, ma che soprattutto sarebbe stata sufficiente una pacata richiesta di rettifica e chiarimento, cosa che avremmo puntualmente fatto senza alcun problema. D’altronde l’occasione è stata proficua poiché non era stato solo il redattore di sudest ad aver compreso in quel modo, ma anche tante altre persone, motivo per cui è da ritenere che nella fase concitata probabilmente le parole non siano giunte a tutti in maniera nitida. Con l’occasione vogliamo anche invitare tutti i lettori e i commentatori, politici e non, ad avere un atteggiamento più dialogico e costruttivo, piuttosto che inutilmente aggressivo e per questo invitiamo, anche l’ex sindaco Romani, a leggere quanto segue: <<certamente avrete avuto occasione di ascoltare la stessa storia da diverse persone e sarete sorpresi di come alcuni dettagli non coincidono. Addirittura, se chiedeste ad un amico di raccontarvi un esperienza che avete vissuto insieme, sareste sorpresi di vedere quanto la sua versione è diversa dalla vostra. Si tratta dell’Effetto Rashomon, un fenomeno provocato dalla soggettività nel quale le persone raccontano la stessa storia in modo diverso. Tuttavia, questo non significa che una delle versioni sia falsa ma semplicemente che viene filtrata attraverso la percezione individuale. Questo effetto deve il suo nome al film “Rashomon”, di Akira Kurosawa, un film degli anni ’50 del secolo scorso che vinse il Premio della Critica a Venezia e l’Oscar come Miglior Film Straniero. In questo film si faceva riferimento a come diversi testimoni di un omicidio e l’omicida stesso descrivevano i fatti in modo diverso, addirittura in alcuni casi contraddittorio. Dal momento che siamo abituati a pensare in termini di “bianco e nero”, è normale che si metta in discussione l’affidabilità di ogni spettatore, ma se pensiamo alla realtà come ad un continuum che vediamo attraverso le nostre lenti individuali, allora non risulta strano capire perché uno stesso fatto possa venire vissuto e raccontato in modi diversi. Nell’Effetto Rashomon influiscono diversi fattori che vanno dall’intensità delle emozioni al momento in cui stavamo vivendo l’evento fino alle nostre esperienze precedenti o le aspettative che abbiamo. Per questo motivo, alcuni possono considerare inguardabile un film che per altri è un opera maestra. Le scene ed i dialoghi sono gli stessi ma le aspettative, la conoscenza della settima arte e le nostre emozioni sono diversi. Le esperienze sono la chiave per intendere questo fenomeno. In pratica, l’esperienza è l’insieme di ciò che viviamo (gli stimoli ambientali) e come percepiamo e analizziamo questi stimoli (una percezione e un analisi che allo stesso tempo saranno determinati dalle nostre esperienze anteriori e dalla nostra psicologia). Per dirlo in parole semplici, è come se ogni persona vedesse la stessa realtà ma attraverso una finestra unica per lei nel mondo. Così che la sua percezione della situazione sarà diversa. Come si può immaginare, non si può fare riferimento al fatto che una percezione sia più adeguata rispetto all’altra, sono semplicemente diverse. Ovviamente, dal punto di vista scientifico, mentre meno emozioni e aspettative siano in gioco più nitidamente potremo percepire la realtà. A questo punto sicuramente vi starete chiedendo come potreste applicare l’Effetto Rashomon alla vostra vita quotidiana. A questo proposito, è importante che vi rendiate conto che le persone che vi stanno intorno non vi mentono quando vi raccontano la loro versione dei fatti. Così, forse, potrete evitare molte discussioni con il vostro partner>>.