Mola, l’opposizione ricorre al Presidente della Repubblica
Dai consiglieri comunali di Mola di Bari Michele Palazzo (Lega), Michele Daniele (M5S) e Giangrazio Di Rutigliano (Lista Di Rutigliano) riceviamo a pubblichiamo.
“Lunedì scorso abbiamo protocollato in Comune la presentazione del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per chiedere l’annullamento della delibera sulla Salvaguardia degli equilibri e di assestamento di bilancio approvata lo scorso 30 luglio. Si tratta di una questione un po’ complessa tecnicamente e normativamente ma che proviamo a spiegare con questa nota. Riguarda un aspetto fondamentale della vita della nostra comunità, fortemente compromessa dall’arroganza della Giunta Colonna. I consiglieri comunali, in quanto rappresentanti eletti dai cittadini, nell’ambito della loro attività pubblica, sono titolari di diritti e prerogative finalizzate alla cura dell’interesse di una collettività. Tali prerogative consentono anche la piena possibilità di presentare proposte di delibere al consiglio comunale, mozioni, interrogazioni ed emendamenti a qualsiasi provvedimento presentato in consiglio. Ovviamente la legge prevede una adeguata preventiva informazione ai singoli consiglieri sulle questioni da sottoporre al consiglio, in modo che sia assicurata e garantita la possibilità di esaminare tutti gli atti posti alla base dei singoli provvedimenti da approvare durante la seduta consiliare ed, eventualmente, proporre delle modifiche. Dall’insieme del quadro normativo, si comprende che il consigliere comunale possiede diversi strumenti finalizzati all’esercizio del cosiddetto munus publicum, la cui compressione comporta la menomazione di una serie di diritti inerenti alla carica ricoperta, consentendo al consigliere comunale di poter agire in via giudiziaria contro la limitazione dei propri diritti. Ed è quanto sta succedendo in questa consigliatura, la cui maggioranza tende a comprimere sistematicamente le prerogative dei consiglieri: i documenti utili a comprendere i provvedimenti che si approvano arrivano in ritardo o non arrivano per niente, impedendo al Consiglio di poter proporre modifiche agli atti in votazione. La seduta consiliare del 30 luglio era equiparata a tutti gli effetti, sia dalla legge che da una esplicita dichiarazione del responsabile dei servizi finanziari del Comune, ad una seduta di bilancio tant’è che la mancata approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio ha gli stessi effetti della mancata approvazione del bilancio pluriennale preventivo. In tali sedute, a norma di regolamento, gli atti devono essere messi a disposizione dei consiglieri almeno 20 giorni prima della seduta in cui devono essere approvati. Invece sono stati messi a disposizione solo 5 giorni prima, inclusivi tra l’altro di sabato e domenica, giorni in cui gli uffici comunali sono chiusi. Ciò, di fatto, non ha consentito di presentare proposte di modifiche, tanto più necessarie considerando l’inconsistenza delle soluzioni presentate dalla maggioranza. Si è riusciti a presentare un solo emendamento. Tra l’altro dichiarato improvvidamente inaccettabile da parte dell’Assessore al Bilancio in quanto presentato oltre i termini previsti dal regolamento ponendo la maggioranza in una situazione imbarazzante: richiede ai consiglieri di rispettare i tempi previsti dal regolamento per la presentazione degli emendamenti ma non rispettandoli essa stessa per quanto riguarda la messa a disposizione della documentazione. Dopo oltre 90 minuti di interruzione della seduta consiliare per provare a risolvere l’imbarazzo in cui l’amministrazione si era posta, il segretario generale dichiara che l’emendamento è accoglibile, salvo poi bocciarlo nel merito. Ma si aggiunge una ulteriore grave violazione: l’emendamento suddetto, mai fatto pervenire ai consiglieri, non viene neanche letto in aula e tutta la maggioranza lo boccia senza neanche conoscerne il contenuto.
Abbiamo riflettuto a lungo su come reagire a questo palese eccesso di potere da parte dell’attuale maggioranza, perché ritenevamo, e riteniamo, che le divergenze tra forze politiche debbano essere risolte in sede politica e non giudiziaria. Ma la sordità della maggioranza, la sua arroganza nell’esercitare il potere pro tempore che la cittadinanza le ha affidato (al riguardo, vedi anche il tentativo di mettere il bavaglio all’opposizione tramite le modifiche in gestazione del regolamento sul funzionamento del consiglio comunale), la totale mancanza di rispetto della minoranza, le continue piccole e grandi irregolarità pressoché quotidiane ci hanno convinto a ricorrere straordinariamente al Presidente della Repubblica affinchè possa essere posto un giudizio di chiarezza sull’operato dell’Amministrazione.
I consiglieri ricorrenti stanno pagando a proprie spese un ricorso a difesa del diritto-dovere di cui sono investiti dalla elezione in consiglio comunale, senza un solo centesimo a carico della cittadinanza molese. Vogliamo augurarci che anche il Comune si limiti a mandare le proprie controdeduzioni al Ministero competente per consentire il successivo pronunciamento del Consiglio di Stato, a costo zero per la cittadinanza. Senza ingaggiare costosi avvocati i cui costi verrebbero poi posti a carico della cittadinanza. Se l’attuale maggioranza crede di aver agito correttamente e secondo legge che attenda serenamente il giudizio degli organi preposti ad esprimersi”.
I CONSIGLIERI COMUNALI
Michele DANIELE
Giangrazio DI RUTIGLIANO
Michele PALAZZO