Conversano, l’ombra di una rimborsopoli
L’ombra di una “rimborsopoli” al Comune di Conversano. La notizia è così apparsa sulle pagine de La Gazzetta del Mezzogiorno.
A notare l’anomalia sono stati i Cinquestelle, insospettiti dalla concessione di un rimborso ad una impresa datrice di lavoro di una consigliera comunale per aver partecipato ad una seduta di consiglio comunale alla quale invece risultava assente. E’ stata questa segnalazione, divulgata con un video sui social, a far scattare una serie di verifiche da parte della segreteria generale del Comune e a far partire un esposto alla Procura della Corte dei Conti di Bari e alla Guardia di Finanza da parte dei consiglieri di opposizione. Sono così spuntati altri rimborsi per ben 14 «impegni istituzionali non meglio precisati – evidenziano – nel mese di agosto quando l’attività istituzionale è ferma», compreso il consiglio comunale della vigilia di Ferragosto. La diretta interessata, per chiarire quanto accaduto, ha subito inviato una comunicazione ufficiale al sindaco e al segretario comunale, assumendosi tutte le responsabilità dell’accaduto e restituendo la somma indebitamente incassata: «La sottoscritta per mero errore materiale, comunicava per le vie brevi via whatsapp all’ufficio di segreteria la presenza in consiglio comunale del 13 agosto 2019 così come riportato nel certificato», ovvero il documento che attestava la presenza ed autorizzava il rimborso non dovuto. «In realtà – precisa ancora – il 13 agosto per sopravvenuti motivi personali la sottoscritta non è stata presente in consiglio comunale. Pur tuttavia precisa che nel corso della mattinata dello stesso giorno la sottoscritta è stata impegnata nello studio delle proposte di deliberazioni presenti nell’ordine del giorno del consiglio comunale. Per le predette attività di studio ha inteso beneficiare del permesso di cui al comma 4, articolo 79 del decreto legislativo 267/2000 in quanto capogruppo». Chiarito l’impegno del 13 agosto, i consiglieri di opposizione ed i Cinquestelle chiedono si faccia luce su altri permessi retribuiti alla stessa «per motivi istituzionali non meglio specificati» e chiedono inoltre una verifica completa dei rimborsi pagati dall’ente a tutti i consiglieri e amministratori sotto forma di permessi retribuiti autorizzati dal Comune, per capire se sia tutto legittimo e la presunta rimborsopoli che ha inondato le pagine dei social sia più di una fake new.
Fin qui la notizia. Ora si attendono sviluppi.