Monopoli, ambiente, nota dell’avv.to Grattagliano
A seguito delle ultime vicende amministrative legate all’inquinamento dell’aria nella città di Monopoli, sempre più persistente e pericoloso, corre l’obbligo di evidenziare che i poteri attribuiti dall’ordinamento generale al Sindaco in materia di traffico veicolare e di inquinamento dell’aria, consentono di affermare che la mancanza o la inadeguatezza delle deliberazioni atte alla prevenzione ed alla eliminazione di gravi livelli di inquinamento dell’aria, e lesivi pertanto del diritto alla salute umana, sono suscettibili in determinati casi di configurare i reati di cui agli artt. 328 e 674 c.p., di omissione di atti di ufficio e di emissioni atte ad offendere la salute di una pluralità di persone. La responsabilità giuridica di intervenire adeguatamente viene riconosciuta, oltre che al Sindaco, agli Assessori ed in generale a tutti gli Organi che sono in concreto dotati di poteri deliberativi, nell’ambito di organismi amministrativi di enti territoriali, essendo tutti questi soggetti preposti a rilevanti settori del governo del territorio urbano e circostante. Con ciò non si vuol dire che il nostro Sindaco sia incorso in un qualche reato, atteso che il traffico, il riscaldamento, gli insediamenti produttivi sono riconosciuti dal Piano nazionale di prevenzione (parte integrante del Piano sanitario nazionale) come fattori rilevanti dell’inquinamento atmosferico. Così come corre l’obbligo di evidenziare come alle Regioni è demandata l’attività di valutazione e gestione della qualità dell’aria nel processo di raggiungimento dei valori limite di qualità dell’aria, tanto che negli anni più recenti sono state comunque poste in essere dal ministero dell’Ambiente, con il supporto del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, tutta una serie di iniziative volte a supportare le Regioni stesse. Inoltre, Ispra e le Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente sono chiamate a svolgere un ruolo fondamentale in termini di supporto tecnico-scientifico alle amministrazioni competenti e di diffusione dell’informazione ambientale, in linea con quanto previsto dall’art. 3 della legge 28 giugno 2016, n. 132, che ha istituito il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente. E’ certo che a Monopoli, ad oggi, nonostante le suddette competenze e poteri di intervento, non abbiamo assistito ad alcun criterio di programmazione delle azioni di risanamento coordinati sul territorio e coerenti con gli obiettivi di risanamento, a tutela del diritto alla salute, costituzionalmente garantito. L’ordinamento giuridico attribuisce agli enti territoriali, quindi, poteri ordinari di programmazione e attuazione sulla destinazione e l’uso del territorio, di recupero e riqualificazione di aree degradate, di regolazione della viabilità e del traffico veicolare e vieppiù poteri eccezionali d’intervento tramite ordinanze di necessità e d’urgenza, in presenza di rischi per la salute, come sta avvenendo a Monopoli.
In capo ai rappresentanti delle amministrazioni con poteri deliberativi, in relazione all’importanza dei beni della vita (primo fra tutti la salute e l’incolumità fisica), vi è un preminente obbligo d’intervento a cui corrispondono, per i cittadini, interessi legittimi (alla congruità dei provvedimenti amministrativi afferenti) e diritti soggettivi (suscettibili di un’immediata tutela giudiziaria, fonte di conseguenti, precise responsabilità di natura civile e a seconda dei casi anche penale). Allo stato, è ipotizzabile una tutela civilistica di urgenza a fronte di una reiterata inerzia, palese inadeguatezza e inutilità secondo parametri di giudizio di logica comune e delle scienze e tecniche di settore, dell’azione amministrativa nel contesto territoriale monopolitano ove i livelli di tossicità dell’aria sembrano essere ormai una imprescindibile costante.
E’ bene rimarcare, inoltre, che sono trascorsi molti anni da quando è stata dimostrata la presenza nell’aria di inquinanti ambientali a potenzialità oncologica, prima che si riuscisse ad associare l’esposizione, sia all’inquinamento dell’aria esterna (outdoor air pollution), sia al particolato, con il tumore polmonare, con un nesso che ora possiamo definire causale. La dimostrazione della cancerogenicità per l’uomo dell’outdoor air pollution e dell’inalazione del particolato è stata ottenuta essenzialmente da studi epidemiologici recenti, di grande dimensione (ad esempio Escape), condotti a cavallo degli anni 2013-2015 prevalentemente in coorti europee. Per cui non è possibile assolutamente sottovalutare la preoccupazione degli abitanti di Monopoli che hanno ormai preso piena coscienza del problema legato all’inquinamento dell’aria piuttosto che ai cattivi odori, come eufemisticamente viene trattato il problema.
Avv.to Filippo Grattagliano