Coronavirus, è allerta dopo i 6 casi in Lombardia
Coronavirus, sei casi in Lombardia ma è allerta in tutta Italia. Intanto, quarantena obbligatoria e tre paesi isolati nel milanese. A Codogno pronto soccorso chiuso e un 38enne di Codogno in gravi condizioni. L’uomo non è stato in Cina. Positivi pure la moglie incinta e un amico e altri tre soggetti ricoverati nella notte allo stesso ospedale. In isolamento 250 persone. Sono sei i casi di positività, due legati al paziente più grave, M.M., un 38enne di Codogno (Lodi) e 3 che riguardano persone residenti nella stessa zona. Si tratta dei primi casi di contagiati in Italia, non provenienti dunque direttamente dalla Cina. Il 38enne è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Codogno in gravi condizioni. L’uomo, sposato senza figli, si era recato al pronto soccorso il 18 febbraio, dopo una prima visita il 15, ed era stato ricoverato il 19. La prognosi è riservata. La positività è stata poi confermata anche dalle controanalisi dell’Istituto Superiore di Sanità. Ed è positiva ai primi test anche la moglie incinta, già ricoverata al Sacco di Milano, e una terza persona che si è presentata spontaneamente in un ospedale con sintomi di polmonite e che avrebbe avuto dei contatti con il 38enne. Ma da quanto appena dichiarato dall’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, dai primi tamponi effettuati nella notte ci sono altri tre casi di positività su persone arrivate nello stesso ospedale con sintomi di polmonite. Tra loro non ci sono minori.
Immediatamente è scattata la ricostruzione degli spostamenti per capire l’origine del contagio e evitarne la diffusione, tutelando pure chi gli è stato poi vicino. L’uomo aveva infatti incontrato più volte tra il 5 e l’8 febbraio un collega rientrato dalla Cina il 21 gennaio. L’uomo è stato subito ricoverato al Sacco dove ha eseguito i primi test risultati però negativi. Il tampone è stato inviato all’Istituto superiore di Sanità per approfondimenti. È infatti possibile che il paziente abbia contratto, e eventualmente sconfitto, il virus pur non risulti oggi positivo. Ma l’incertezza è grande, tanto che — come afferma ancora Gallera — “non ci sono certezze sull’identità del diffusore”. Allerta e misure di prevenzione in tutta Italia. (ansa)