Latitante arrestato dai Finanzieri
I Finanzieri della Compagnia di Altamura (BA) – con il coordinamento del I Gruppo di Bari – hanno rintracciato e arrestato la latitante D.E. (classe 1968), di origini torinesi ma di fatto dimorante a Castellaneta (TA), condannata in via definitiva ad otto anni di reclusione, per avere commesso il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione.
La D.E. era ricercata in Italia dal 2016 e in campo internazionale dal 2018, in quanto destinataria di un ordine di carcerazione – emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Firenze – e di un mandato di arresto europeo poiché ritenuta responsabile, unitamente a 3 soggetti di origine slava, di avere sequestrato il 15 giugno 2005, a scopo di estorsione, l’imprenditore V.G.G. – originario di Prato – che la stessa D.E. aveva conosciuto per ragioni professionali, in occasione delle trattative avviate con l’uomo per l’acquisto di un centro estetico. L’affare, però, non si era concretizzato in quanto il V.G.G. aveva scoperto che la D.E. era persona protestata e, per tale motivo, l’aveva allontanata.
La D.E., tutt’altro che rassegnata, decideva di costringere l’imprenditore a consegnare la somma non dovuta di 180 mila euro o in alternativa cambiali per pari importo. In particolare la donna – con il supporto di tre complici slavi – fermava l’uomo mentre usciva dalla sua abitazione di Firenze e lo spingeva violentemente, contro la sua volontà, all’interno di un’autovettura che, di seguito, imboccava l’autostrada A1 in direzione nord. Una volta giunti a Bologna, l’imprenditore veniva trasferito in un appartamento dove, dapprima, era percosso con un bastone agli arti e all’addome e, successivamente, legato intorno al collo con fili elettrici. Quindi, la donna – sempre con l’ausilio dei tre complici slavi – dopo avere minacciato ulteriormente il malcapitato di consegnare quanto richiesto con l’uso di un cutter, lo faceva risalire nell’autovettura per poi abbandonarlo privo di denaro e dei suoi effetti personali nei pressi della locale stazione ferroviaria. A quel punto, l’imprenditore – ormai libero, ma sotto shock – denunciava i sequestratori e pertanto la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze avviava le indagini che si concludevano con l’individuazione dei responsabili del sequestro di persona e la loro condanna a 8 anni di reclusione. Pena, quest’ultima, a cui la D.E. riusciva a sottrarsi rendendosi irreperibile.