Coronavirus, c’è la seconda vittima, una donna
Seconda vittima italiana del Coronavirus. Secondo quanto apprende l’ANSA da fonti sanitarie si tratta di una donna residente in Lombardia che potrebbe essere collegata ai casi di Codogno.
La prima vittima è stata Adriano Trevisan, di 78 anni, è deceduto all’ospedale di Padova, dove era ricoverato insieme con un’altra persona positiva al virus. Ex titolare di una piccola impresa edile, Trevisan aveva tre figli, una delle quali, Vanessa, era stata sindaco di Vo’ Euganeo di dove sono originari.
L’uomo, ricoverato già da una decina di giorni per precedenti patologie, è spirato all’ospedale di Schiavonia (Padova). “Non c’è stato neppure il tempo per poterlo trasferire” ha detto il governatore Zaia.
E’ salito a 29 il numero dei pazienti risultati positivi ai test del Corovinarus e residenti tra la Lombardia e il Veneto. Ventisette di questi risiedono in Lombardia, mentre due sono i casi accertati in Veneto, ai quali va l’aggiunto l’anziano di Vò Euganeo morto nella serata di ieri.
Uno dei contagiati in Veneto è un uomo di 67 anni, di Dolo, ricoverato ora in rianimazione a Padova. Lo riferisce all’ANSA il presidente del Veneto, Luca Zaia. Il paziente è transitato dapprima al pronto soccorso di Mirano (Venezia), poi nella rianimazione di Dolo (Venezia), e, in seguito al peggioramento delle condizioni, è stato trasferito a Padova.
E si registra il sedicesimo caso in Lombardia, a Cremona, dove oggi sono state chiuse tutte le scuole.
Il coronavirus ha provocato finora 2.360 vittime a livello mondiale, incluso l’italiano deceduto ieri sera in Veneto: è quanto emerge dal bilancio aggiornato della statunitense Johns Hopkins University. Il totale dei casi confermati di contagi è salito a quota 77.662, mentre i pazienti guariti finora sono 21.029.
“Abbiamo preso tutte le misure e siamo disponibili a valutarne ulteriori, se necessarie”, ha detto il premier Giuseppe Conte al termine della riunione straordinaria alla Protezione Civile alla quale ha partecipato anche il ministro della Salute Speranza. “Rassicuriamo tutta la popolazione – ha aggiunto – al momento abbiamo messo in quarantena tutte le persone che sono venute in contatto con i casi certificati positivi”. “Siamo convinti che il servizio sanitario nazionale sia all’altezza di questa sfida – ha aggiunto il ministro Speranza -. Abbiamo fatto un lavoro di screening molto accurato, per selezionare uno ad uno i contatti stretti di queste persone li stiamo verificando uno ad uno con i tamponi e pensiamo che questa sia la modalità più efficace per contenere l’avanzamento del virus”.