Monopoli ai tempi dei cammini di fede
Seicento chilometri di cammino dai territori anglosassoni a Roma, antica caput mundi; Così inizia il mito della “Via Francigena” itinerario fisico spirituale che nel medioevo toccò le mete di pellegrinaggio più note della cristianità: Roma, Santiago de Compostela e Gerusalemme. Nell’Alto Medioevo, attorno al VII secolo, già i Longobardi, in lotta con i Bizantini per il controllo del territorio italiano, sentirono l’esigenza strategica di collegare il Regno di Pavia e i ducati meridionali tramite una via sufficientemente sicura portò alla scelta di un itinerario sino ad allora considerato minore, che valicava l’Appennino e, sfruttando anche l’antica Via Cassia, conduceva a Roma. Il percorso prese il nome di “Via di Monte Bardone”, dall’antico nome del Passo della Cisa: la via Sacra Langobardorum, nel nome di San Michele Arcangelo, non era una vera e propria strada nel senso romano né tanto meno nel senso moderno del termine. Infatti, dopo la caduta dell’Impero, le antiche tratte consolari caddero in disuso, e tranne pochi fortunati casi finirono in rovina. I selciati romani lasciarono gradualmente il posto a fasci di sentieri, tracce, piste battute dal passaggio dei viandanti, che in genere si allargavano sul territorio per convergere in corrispondenza delle mansioni (centri abitati od ospitali dove si trovava alloggio per la notte), o presso alcuni passaggi obbligati come valichi o guadi. Fu il vescovo Sigerico, nell’anno 990, a compiere per primo il pellegrinaggio da Canterbury a Roma per essere ricevuto dal pontefice e ottenere il “pallium”, descrivendo minuziosamente nel suo diario personale, tutto quello che incontrava sulla sua strada. Tante erano le molteplici alternative al percorso di Sigerico, che giunsero a definire una fitta ragnatela di collegamenti che il pellegrino percorreva a seconda della stagione, della situazione politica dei territori attraversati, delle credenze religiose legate alle reliquie dei santi. La via prese quindi a far parte di quella vasta rete di strade e percorsi che segnava l’Europa di pellegrinaggio e che univa tutti i maggiori luoghi di spiritualità del tempo, prime fra tutte Gerusalemme e Santiago de Compostela. Anche la nostra Monopoli fu protagonista ai tempo dei cammini di fede, essendo collocata lungo l’antica via Traiana, importante via di comunicazione di epoca romana. La via Traiana, sebbene in degrado, continuò a rappresentare per tutto il medioevo un punto di riferimento per gli spostamenti verso Gerusalemme. A Monopoli troviamo importanti testimonianze come la chiesa dei Gerosolomitani, il castello di Santo Stefano, ma anche alcuni luoghi misteriosi come la chiesa di San Giorgio o l’interessante Casale dei Santi Andrea e Procopio, fino alla suggestiva chiesa di San Michele in Frangesto, posta sulle nostre colline.