Regionali, Emiliano in caduta libera, ecco perchè
“Con Emiliano si perde in Puglia». Così Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva, nel suo intervento all’Assemblea nazionale del suo partito. Dopo questa dichiarazione, anche il ministro Bellanova, l’ex premier Renzi, il leader di Azione ed ex ministro Calenda hanno accusato di «troppo malgoverno» il presidente della Regione Michele Emiliano. “Fuoco amico” contro il governatore che tutti i sondaggi, dalle primarie in poi, danno in caduta libera. Il no all’ex p.m. è unanime e condiviso non solo dalle forze politiche ma anche all’interno dello stesso PD (Amati, Pentassuglia e altri lo contestano duramente su liste di attesa, caso Ripagnola, Psr) che non ha condiviso l’autoproclamazione dell’ex sindaco di Bari e chiede in realtà un cambio di classe dirigente. Il no a Emiliano è quindi una valutazione tutta politica. Un no al trasformismo (gli incarichi all’ex forzista Cassano e all’ex sindaco di destra Di Cagno Abbrescia, allontanano consensi), alla demagogia, alle scelte sull’Ilva, sulla sanità (ha chiuso ospedali, pronto soccorso, Punti di primo intervento), sui rifiuti (non ha chiuso il ciclo, ha fatto schizzare alle stelle i costi di smaltimento e reinserito la Discarica Martucci nel Piano regionale). La caduta libera di Emiliano ha il volto dell’agricoltura, con la gestione assurda della Xylella e i 142 milioni del PSR rimasti nelle casse della Regione. Un fallimento completato dalle assunzioni nella sanità, nell’Arif, nelle varie agenzie, il debito regionale e le inchieste a suo carico. La caduta libera, evidenziata dal crollo dei partecipanti alle primarie e amplificata adesso dai sondaggi commissionati dallo stesso PD, mostrano nella sua interezza la caduta di una stella, Emiliano, che non ha mai brillato di luce propria.