Emiliano: “Senza ventilatori difficile salvare tutti”
«Ci servono 200 ventilatori, e 100mila mascherine al mese» per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ospite in collegamento con la trasmissione ‘Mezz’ora in più’ su Rai3. «Siamo in grado – ha aggiunto – di gestire duemila contagi conclamati: 1.000-1.200 finiscono in ospedale, 200-219 possono andare in intensiva. Se i numeri fossero questi possiamo farcela, altrimenti se non avremo i ventilatori non riusciremo a salvare tutti quelli che potremmo salvare».
La Puglia, nelle ultime 48 ore, ha registrato un aumento di casi di positività a due cifre percentuali e anche i decessi sono aumentati (solo 5 nella giornata di sabato). Le stime epidemiologiche lasciano pensare che il peggio deve ancora arrivare nella nostra regione e che gli attuali 200 casi registrati possano salire di 10 volte, senza tener conto dell’impatto degli esodi che si sono registrati dal nord, soprattutto dalla zone rosse nei giorni scorsi.
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La Puglia, insomma, rischia di ritrovarsi con le difficoltà di altre regioni come la Lombardia dove purtroppo si registrano molti decessi per l’impossibilità di garantire a tutti un posto di terapia intensiva: i medici, purtroppo, sono costretti a fare delle scelte.
Tuttavia, nonostante tali criticità, in tutta la Regione si registrano comportamenti irresponsabili di gente che va tranquillamente a spasso, si riunisce, gioca festeggia, e pensa di assistere a un telefilm. Una amara realtà che viene confortata dai dati delle centinaia di denunce che in queste ore vengono fatte dalle forze dell’ordine nei confronti di coloro che sono sorpresi fuori casa per ragioni che non ricadono in quelle previste dal decreto.
«Non abbiamo bisogno dell’Esercito in strada, così facciamo prendere l’infezione pure a loro – ha ribadito Emiliano -Non è che per sgombrare una piazzetta da chi beve una birra serve l’Esercito – ha detto Emiliano – le strade della Puglia sono già deserte, ovvio che poi l’imbecille c’è sempre». «Ma l’Esercito in strada – ha concluso – evoca brutte cose».