Uno, due tre: stella … Ci scrive Antonia Valente

Uno, due tre: stella! – Con la cultura in quarantena la cultura ci si ingegna come si può.

Alcune riflessioni

Quando è stata annunciata la chiusura dei nostri teatri, quel fatidico 4 marzo da cui sembra passato un mese (continuo a ricontare incredula i pochi giorni), mi trovavo nel bel mezzo delle prove per un nuovo progetto con Michele Placido, Sonata a Kreutzer da Tolstoj, per il quale avevamo finalmente ottenuto con un lavoro concertato di mesi tra il management di Placido, la agenzia di Parma Concerti, il Comune di Monopoli e i Teatri di Bari una data sicura per la prima nazione in esclusiva a Monopoli, prevista il 20 marzo. La nostra è solo una di migliaia delle casistiche del puzzle pugliese. Vi ricordate il gioco “un due tre stella!” che facevamo da piccoli? E’ andata un po’ così, il decreto ha colto ognuno in bilico nella più strana posizione. Senza sapere quanto questo blocco durerà, ora ci tocca tenere quella postura in cui la clausura forzata ci ha colti congelati, e in alcuni casi sviluppare doti da grandi equilibristi. Penso ai tanti Enti che avevano già venduto i biglietti degli spettacoli sospesi, che in alcuni casi è impossibile restituire perché, quello dello spettacolo  in particolare – si sa – è un settore che funziona prevalentemente fondato sul debito: le entrate coprono di volta in volta i debiti pregressi e le casse sono costantemente vuote.

La Regione Puglia ha dovuto comunicare la decisione drastica di rinviare TUTTE le procedure pendenti o future dell’anno 2020 di 12 mesi. Tradotto: chi attendeva liquidazione dei finanziamenti non li riceverà, chi attendeva di sapere quali finanziamenti verranno assegnati non lo saprà, etc etc. Detto questo, a chi spetta mantenere vivo lo spirito e il sorriso (anche in forma di lacrima) se non a chi difende la cultura a queste latitudini?

E allora, dicevo, ci si organizza come si può, e questo potere è oggi la Rete. Fioccano le iniziative online su tutto il territorio nazionale, non fanno eccezione alcuni volenterosi utenti monopolitani.

Come l’Arci, circolo Contrada100, che ha da subito trasferito le riunioni settimanali in video conferenza, riuscendo così a spostare, letteralmente, sul web e live tutte le iniziative previste in agenda e anzi a prevederne di nuove . L’occasione, di certo inedita e nuova per ognuno di noi, meritava molto più di hashtag, meritava un nome, che ci ha fatto sorridere non poco: Vid a Co’.

Ognuno di noi ha iniziato a tenersi compagnia sul web, con l’intento di non abbandonare le occasioni di scambio serio e riflessione che, seppur per chi scrive legati alla alchimia insostituibile e irrinunciabile del “dal vivo”, hanno trovato un buon surrogato in queste ore lunghe e dal tempo sospeso.

E così sono iniziati i consigli tra amici di Ritratti sulle pagine social,le letture quotidiane con Plebiscito di Libri a Putignano e, naturalmente, il Teatro Pubblico Pugliese, nel cui circuito è inserito il Teatro Radar cittadino, con l’iniziativa “le parole che non ti ho mai detto”, solo per citare alcuni esempi.

In molti ci hanno chiesto di lanciare anche i concerti in streaming con l’Ensemble di Ritratti. La verità è che non siamo tanto favorevoli: quella della musica dal vivo è forse una delle poche attività che davvero rischiano una svalutazione sul web. Se dura ancora per molto, tuttavia, prenderemo in considerazione altre valide formule. Nel frattempo, stiamo ricevendo molti affettuosi contributi musicali dei tanti ospiti che sono stati protagonisti del Festival Ritratti in questi 15 anni, tra cui Cristina Donà, Cristina Zavalloni, Enrico Bronzi e molti altri, e che pubblicheremo ogni giorno.

 

Qualcuno ha scritto che siamo affetti da bulimia culturale. Io temo che oggi la gente si sia abituata a giudicare male tutto, e generalmente sempre troppo in fretta.

Siamo in una situazione senza precedenti, stare fermi non è una opzione, non resta che sperimentare. E non lo si fa per invadere l’altrui quotidiano con interventi non richiesti, ma perchè abbiamo  bisogno di ottimismo e partecipazione, e non facili critiche. Perché quando questa notte dei teatri sarà finita, il mio sogno è che la scena culturale ci ritrovi più uniti, con più voglia di fare, e non depressi e rassegnati. E continuare a farlo magari in Rete, fuori dal web stavolta: una Rete diversa, fatta di operatori cittadini, per la prima volta uniti per promuovere iniziative grandi, belle, e in sinergia (questa sconosciuta!:)

Desiderosa di leggere le opinioni di tanti,

Con distanza di sicurezza

Antonia Valente

Direzione artistica Festival Ritratti

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