Coronavirus in Puglia, al via i test rapidi
BARI Non saranno tamponi a tappeto. Ma saranno fatti migliaia di test, a personale sanitario soprattutto. Nella gestione dell’emergenza Coronavirus in Puglia la novità più rilevante riguarda la decisione del responsabile scientifico della Task Force, il professor Pierluigi Lopalco, di avviare una campagna di screening tra il personale sanitario, principalmente, per verificare lo stato di salute dei contagiati, uno su tre è un ospedaliero. Secondo un documento del 21 marzo della task force regionale sono 72 gli operatori sanitari (il 29,8 per cento dei casi) tra i positivi al Covid. “Questi operatori – si legge nella nota – hanno potuto contrarre l’infezione in comunità o durante l’attività lavorativa. Ma il dato epidemiologico importante è rappresentato dal fatto che ben un terzo dei casi complessivi sono potenzialmente in condizione di accendere focolai ospedalieri, con potenzialità di diffusione comunitaria”. Da qui la decisione di effettuare una campagna di test proprio tra i sanitari. “Le autorità regionali – si legge in una comunicazione della task force alle Asl – stanno valutando al momento l’opportunità di eseguire indagini sieroepidemiologiche attraverso l’utilizzo di test rapidi”. Nel documento viene evidenziato che i test non possono essere validati come “test diagnostici individuali” perché il livello di affidabilità è basso, però “possono essere utili a conoscere, a livello di popolazione complessiva, la diffusione del virus nella comunità ospedaliera o di popolazione in generale. Servono cioè ad avere una idea della quota di popolazione che sia entrata in contatto con il virus”. Ci sono diverse tipologie di test rapidi e la task force sta valutando quali utilizzare sulla base della maggiore affidabilità: tra i test c’è, ad esempio, l’Antibody Determination Kit che è stato già utilizzato in Cina; oppure il “Simplexa COVID-19 Direct Kit” che ha ricevuto il via libera negli Usa. La procedura è veloce, ma il risultato non affidabile come quello del tampone: sostanzialmente, si fa un prelievo di sangue capillare, pungendo un dito, si mette una goccia di sangue nella provetta del device, si aggiunge un buffer specifico, si aspetta la reazione.
I positivi saranno messi in quarantena, e tolti dall’ambiente ospedaliero. I test verranno ripetuti a distanza di sette giorni, in modo da avere una qualità scientifica del dato più adeguata. Si partirà dagli ospedali dove si sono verificati casi di contagio: Altamura, Copertino, Manfredonia, Castellaneta.