Monopoli, Cazzorla (M5S), ‘un sequestro che sia solo l’inizio’
NOTA DELLA CONSIGLIERA COMUNALE M5S DI MONOPOLI SONIA GIULIA CAZZORLA
Come ripeto da mesi, nessuno può affermare che Monopoli sia inquinata come nessuno può affermare il contrario.
Quello che da consigliere comunale, ma soprattutto da cittadina, ho continuato a chiedere è di fare controlli.
E’ ovvio che se nessuno controlla, fa indagini, cerca di capire quello che accade nella nostra città, non avremo MAI LA PROVA CONTRARIA! Negli ultimi mesi abbiamo assistito al sequestro di un’area adibita a stoccaggio della sansa, a controlli del NOPA ed ora al sequestro di un’azienda che chiunque avrebbe potuto accorgersi che non fosse in regola.
Ci tengo a sottolineare che tutto quello che sta accadendo a Monopoli, dalla presenza della centralina mobile dell’Arpa ai sequestri, sono il frutto della compatta protesta dei cittadini monopolitani che, stanchi di subire violenze olfattive ed assistere all’inerzia di una Amministrazione immobile, hanno continuato, e continuano ogni giorno, a segnalare sulla App e sui social le loro difficoltà e paure.
Direi che oggi, finalmente, qualche “prova contraria” ce l’abbiamo, e di questo siamo grati alla Procura, al NOPA della Guardia Costiera e a tutti coloro che attraverso raccolte di sottoscrizioni, petizioni, esposti, denunce, manifestazioni e flash mob non hanno mai perso la speranza di essere ascoltati.
Il sequestro di questi giorni, però, è solo la punta dell’iceberg, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui, nonostante la chiusura di molte aziende per l’emergenza sanitaria ed il traffico veicolare inesistente, l’aria sia ancora irrespirabile, come segnalato da numerosi cittadini sino a ieri sera.
Per questi motivi in data 07 aprile ho protocollato al Comune una richiesta di accesso agli atti chiedendo i report della centralina mobile (che pare sia ancora in funzione) e di tutta la corrispondenza tra Comune e Arpa Puglia negli ultimi due mesi e mezzo relativa ad ulteriori accertamenti della qualità dell’aria con nuove e/o diverse centraline o metodologie scientifiche o controlli dei terreni e delle falde acquifere.
Noi perciò non ci fermiamo perché la zona industriale deve essere controllata tutta, perché le molestie olfattive ci sono ancora nonostante due sequestri e soprattutto perché vogliamo contezza dello stato di salute di tutte le matrici ambientali.
Il sequestro operato in questi giorni, difatti, ha posto l’accento su una matrice ambientale spesso trascurata, ossia le falde sotterranee.
Il comunicato stampa degli organi inquirenti riferisce chiaramente dell’inquinamento delle falde acquifere, le stesse falde che, sia in occasione della discussione in consiglio comunale sul monitoraggio ambientale del 25.10.2019 che nel consiglio comunale, del 21.01.2020 presidiato da centinaia di cittadini, il Dirigente si è affannato a dichiarare in ottima salute, salvo poi scoprire, grazie al mio intervento reso possibile dai suggerimenti di cittadini competenti in materia, che il progetto Maggiore ha i punti di prelievo dietro la Masseria Conchia e ai confini con il territorio di Alberobello, e quindi nulla ha a che fare con le falde della nostra zona industriale.
Ed allora basta, è giunta l’ora di promuovere un serio e rigoroso monitoraggio delle falde acquifere a monte e a valle della zona industriale con non meno di dieci punti di prelievo secondo un piano scientifico con l’ausilio di un laboratorio accreditato, del cui costo il Comune deve farsi carico, lasciando la determinazione della procedura scientifica, magari, a quel famoso tavolo tecnico allargato che non è ancora stato istituito.