Macello, stangata da 1,5 milioni sul Comune di Conversano

CONVERSANO «Un immobile fantasma che non figura nell’elenco del patrimonio immobiliare comunale e un canone di 18mila euro l’anno che dal 2013 non viene inserito nel bilancio comunale, dal 2004 non figura tra i crediti di dubbia esigibilità e per il quale ci viene chiesto un risarcimento di 1 milione e mezzo per manutenzioni che il Comune non ha mai eseguito». Si chiama macello comunale la nuova tegola che, in giorni di coronavirus, cade sulla testa del Comune di Conversano. A togliere il velo dal caso-macello comunale è l’ingegnere Michele Maurantonio, da qualche mese direttore dell’area Patrimonio del Comune di Conversano, che nel corso del consiglio comunale, discusso con modalità telematica, interrogato dal consigliere Pasquale Gentile (Cittadini protagonisti) ha portato alla luce una vicenda che nasconde secondo Gentile «presunte omissioni e profili di responsabilità».
A qualche mese dal blitz dei Carabinieri di Monopoli, che a seguito di una irruzione nei grandi stabilimenti di via Cozze nella zona annonaria, eseguirono alcuni sequestri, la vicenda è tornata all’attenzione del consiglio comunale perché, dall’analisi del bilancio di previsione 2020 è emerso che quei capannoni con palazzina uffici e pertinenze di proprietà comunale risultano sconosciuti all’ente. Non solo, dalla relazione dell’ingegnere Maurantonio è anche emerso un presunto debito del Comune «di 1 milione 562 mila euro per lavori di ristrutturazione non eseguiti dall’ente ma dal gestore». Tante le «anomalie venute alla luce» per una vicenda che ha inizio nei primi anni del 2000 quando il Comune concede il nuovo macello comunale, in convenzione con progetto di finanza trentennale, ad una impresa del barese. Già dal 2004 – è stato riferito in assemblea – l’ente fatica a riscuotere il canone che non risulta nel capitolo dei crediti di dubbia esigibilità. Mel luglio 2016, l’allora direttore del Patrimonio Girolamo Pesole chiedeva il pagamento dei canoni non pagati dal luglio 2013 a giugno 2016: 18mila 76 euro al mese con revisione Istat quinquennale per un totale di 54mila euro. Certo è che – ha concluso Maurantonio – non inserire un canone di 18mila euro annui nel bilancio è una cosa che va avanti dal 2013». «Questa è una vicenda da approfondire, conseguenza – ha evidenziato il sindaco Pasquale Loiacono – della carenza di personale: occorre assolutamente rinforzare gli uffici di personale che sono oberati di lavoro. Non faccio colpa ai dipendenti: la mole lavoro non svolta nell’area patrimonio è tanta e solo con nuovo personale pratiche come queste potranno essere smaltite». Della vicenda, intanto, è stata informata la Procura della Corte dei Conti.
(DA LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO)

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