Scuola luogo di istruzione o enorme parcheggio?
Ritorniamo ancora una volta sul tema della scuola e lo facciamo ancora una volta lanciando una provocazione dalla quale far scaturire una riflessione. Quando sento dire o leggo, “la Scuola è chiusa… dove lascerò mio figlio?“, mi spiego il perché del continuo e inevitabile declino delle Istituzione Scuola, luogo a cui è demandata l’istruzione e l’educazione dei nostri figli … Non “cosa e come imparerà e crescerà mio figlio, ma dove lascerò mio figlio …“. Premesso che bene si fa a chiedere a gran voce la riapertura della scuola, è giusto che sia così, penso tuttavia che la prospettiva dalla quale si pone la domanda sia importante. Faccio un esempio: chiedo che vengano riaperti i parrucchieri, perché? Perché il parrucchiere svolge una professione e offre un servizio, quindi non vado dal parrucchiere perché non ho altro da fare, ma per fruire del suo servizio. Altro esempio: chiedo che ripartano tutti gli elettrauti, perché? Perché non so dove lasciare la macchina e ho bisogno di qualcuno che la custodisca, indipendentemente se quando la riprendo la batteria sia carica o meno. Ecco la prospettiva in base alla quale molti genitori hanno chiesto a gran voce la riapertura della scuola, non era la preoccupazione circa la mancata o carente istruzione dei figli, ma dove li avrebbero lasciati, il che rafforza l’idea di scuola come parcheggio e non di luogo di istruzione. “io vado a lavoro e non so a chi lasciare i miei figli e oltre ai 15 giorni di congedo già usufruiti non so dove sbattere la testa – asseriva su un dibattito social un genitore – Se non vado a lavoro non prendo lo stipendio… lo stato da domani mi chiede di chiudere i miei figli a casa e di andare e lasciarli soli mente vado in ufficio. Parlo di questo… di non aver ricevuto alcun aiuto concreto, nessuno ha pensato al bene dei bambini, nessuno mi ha permesso di non dover scegliere fra il lavoro e i miei figli”. Cosa pone al centro quest’affermazione? Il bambino? Sicuramente no, l’istruzione? Non se ne parla. Il lavoro del genitore come bene giustamente irrinunciabile. Ma è giusto, a tal proposito, osservare che non è compito della scuola provvedere a quest’esigenza. Certo è compito dello Stato garantire servizi che possano risolvere le necessità dei genitori che lavorano, ma si ricorda a questi genitori che il ruolo della scuola è quello di educate e istruire, non di garantire un parcheggio sicuro. Non ricordo una levata di scudi da parte del mondo dei genitori in occasione dei tagli alla scuola operati negli anni dai Governi, nessuno si è preoccupato degli effetti devastanti di tali tagli sul mondo della formazione, delle classi pollaio, dello stato delle strutture scolastiche, ecc., come mai? Forse perché il parcheggio era comunque garantito? Si dimentica spesso che la Scuola Pubblica, conquista per la quale si è combattuto, ha come fine quello di provare a mettere tutti nelle stesse condizioni di partenza e la scuola, per molti, ha rappresentato un ascensore sociale importante, ma non un semplice parcheggio. Sarebbe bello che si lottasse per una riapertura della scuola perché si ha a cuore l’istruzione dei propri figli, non perché si ha necessità di un parcheggio perché, in quel caso, allo Stato si dovrebbero chiedere altri servizi e lottare per quei servizi. La Scuola è una cosa seria e se vogliamo che continui ad esserlo, ripartiamo dalle sue funzioni e dalle sue finalità.
Cosimo Lamanna