Monopoli, ora Mohammed rischia il TSO
La vicenda dello straniero espulso nei giorni scorsi, com’era prevedibile, si sta complicando. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine infatti e la successiva impossibilità di espellere concretamente il clandestino per assenza di posti, lo stesso è stato lasciato in libertà con un ulteriore ordine di lasciare il territorio nazionale. Inevitabilmente, quindi, è tornato nel luogo a cui pare sia particolarmente legato, l’ex scuola G. Modugno, dove lo stesso viveva in pessime condizioni igienico sanitarie e di degrado, ma ha trovato il suo luogo dimora murato. Questa situazione, evidentemente, ha destabilizzato ancora di più un soggetto già evidentemente instabile dal punto di vista psichico, sebbene finora non pericoloso e pertanto il rischio del TSO si fa sempre più concreto. Ed è di questa mattina il comunicato con il quale “il Movimento Manisporche ringrazia l’Assessora ai Servizi Sociali, arch. Ilaria Morga, per la sensibilità mostrata nell’accogliere l’invito ad adoperarsi in tutti i modi per evitare al cittadino senegalese Mohammed, che da alcuni anni si appoggia presso la palestra della scuola abbandonata Giovanni Modugno, il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) quale soluzione risolutiva per il suo allontanamento definitivo dal sito. Dopo aver appreso delle difficoltà incontrate dall’Assessora per trovare un’idonea sistemazione – prima presso un alloggio provvisorio poi presso un CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione) – abbiamo chiesto se i Servizi Sociali abbiano attuato le procedure più idonee normalmente utilizzate dai Comuni, in particolare l’intervento dei mediatori culturali e di altre competenze professionali, per consentire all’ospite di prendere pienamente coscienza della situazione. La riconosciuta innocuità della persona, confermata dagli operatori del CSM (Centro di Salute Mentale), non può in alcun modo consentire l’impiego di soluzioni drastiche, date ormai per imminenti. Certi della volontà dell’Assessora di portare a buon fine tale impegno, auspichiamo da parte degli uffici competenti, delle associazioni di volontariato e di tutti i cittadini che hanno mostrato tanta attenzione al caso in queste ore, che non verrà meno nessuno dei passaggi possibili per evitare a Mohammed l’internamento psichiatrico forzato“.