Monopoli, lettera al direttore di Vito Marchitelli
Riceviamo e pubblichiamo la nota a firma del dott. Vito Marchitelli, relativamente all’indagine epidemiologica nel comune di Monopoli.
“Dopo aver letto la relazione – scrive Marchitelli – a firma della Dott.ssa Bisceglia di Aress, e alcune dichiarazioni fatte in merito all’indagine epidemiologica svolta su richiesta del nostro comune, ritengo obbligatorio dover condividere con la cittadinanza e con i lettori alcune mie considerazioni. L’analisi svolta, come ormai noto riguarda una finestra temporale che va dal 2001 al 2016 per la mortalità e dal 2002 al 2018 per l’ospedalizzazione. Per la mortalità, inoltre, sono stati resi disponibili anche i dati relativi al confronto sia con i dati regionali che provinciali, e la sotto finestra relativa al sotto insieme temporale 2012-2016. Nella relazione e nei comunicati viene dichiarato che il quadro ottenuto dall’analisi dei dati risulta in linea con l andamento regionale. Ma non viene fatto cenno al fatto che, restringendo il campo di confronto a livello provinciale, i dati iniziano a discostarsi dall’andamento atteso. Infatti per alcune patologie, si osservano valori superiori che discostano dalla media provinciale. Particole attenzione va fatta in merito al tumore polmonare maschile, anche se va ricordato a tutti che la nostra città paga pegno per l esposizione prolungata da parte dei lavoratori alle polveri dell ex cementeria. Ciò nonostante, dai dati disponibili, non ci sono al momento gravi criticità riscontrate, ma si evidenzia piuttosto la necessità di dover analizzare i dati disponibili suddividendo ulteriormente al fine di rilasciare un quadro che permetta di valutare l’incidenza di determinate patologie sia in base alle fasce d’età che su cluster territoriali di riferimento più ristretti, così da poter capire se i focolai epidemiologici che sembrano venir fuori dall’analisi su base provinciale, possano essere riconducibili ad esempio a determinate zone del territorio cittadino. in parole più semplici, va capito se i cittadini che risiedono in alcune zone della città sono più soggetti di altri ad ammalarsi o ad andare incontri a decesso“.