Educatori e Oss protestano davanti alla Regione Puglia
Manifestazione di protesta questa mattina a Bari, davanti alla sede della Regione Puglia, di un centinaio di educatori e operatori sociosanitari che chiedono la stabilizzazione nelle scuole di infanzia, primarie, secondarie e superiori. Sono dipendenti che, da oltre 10 anni, lavorano attraverso le cooperative sociali di zona, «in uno stato di precarietà lavorativa economica e contrattuale», lamentano. «Il nostro ruolo all’interno delle scuole è di notevole importanza – spiegano – ci interfacciamo con persone con disabilità grave e gravissima alle quali sono riconosciuti diritti imprescindibili». Le richieste sono di poter lavorare nei mesi estivi attraverso progetti regionali; l’estensione degli ammortizzatori sociali nell’immediato perché le cooperative dal 6 giugno hanno sospeso tutto il personale; l’internalizzazione nelle scuole. «Chiediamo – concludono – un intervento incisivo alla Regione e alle varie Asl pugliesi, quali enti istituzionali e sanitari».
«In tutta Italia una serie di figure che sono fondamentali per consentire il diritto allo studio e all’assistenza domiciliare di soggetti fragili per diverse ragioni, dalla disabilità al rischio di devianza, sono affidati ad una serie di cooperative, che secondo me non costano meno di quello che costerebbe un regolare rapporto di lavoro con tutte queste figure professionali». Lo ha dichiarato il governatore Michele Emiliano, durante l’incontro avuto con gli educatori scolastici che, questa mattina, hanno protestato davanti alla sede della Regione Puglia. La manifestazione è stata organizzata anche per chiedere l’internalizzazione dei lavoratori alla Regione Puglia.
«Questi professionisti – ha proseguito Emiliano – tutti laureati, ogni estate sospendono il lavoro con il finire dell’anno scolastico, il rapporto con i ragazzi viene sospeso per 3 mesi con tutti i danni che ne conseguono. Per la prima volta, la Regione Puglia oggi sta dicendo che così non si può andare avanti, dobbiamo trovare una sistemazione diversa. La loro aspirazione è quella di essere tutti assunti come professionisti dentro le Asl, però questo è un problema che riguarda anche le scuole. Dobbiamo condividere tra il sistema scolastico italiano, il sistema del welfare, il sistema sanitario la risoluzione di un problema che riguarda sia la migliore assistenza ai ragazzi sia la dignità di questi lavoratori. Noi iniziamo il processo che deve arrivare ad una stabilizzazione».