In queste ore a Bruxelles si discute di contrasto alla Xylella
In queste ore è in corso la seduta del Comitato Fitosanitario permanente a Bruxelles per la discussione del nuovo testo elaborato negli scorsi mesi, nonostante i rallentamenti causati dal Covid-19, sul contrasto alla Xylella fastidiosa su cui i Paesi membri sembrano aver trovato l’accordo. Nell’assise saranno valutati anche gli spunti ricevuti dalla consultazione pubblica voluta dall’Ue e conclusasi il 7 luglio. A fronte della scoperta di nuovi focolai in Francia, Spagna e Portogallo, la Decisione di esecuzione (UE) 2015/789 diverrà un vero e proprio regolamento. Fermo restando l’abbattimento immediato delle piante riscontrate infette per sottrarle all’azione di diffusione dei vettori, la cosiddetta sputacchina, tra le principali modifiche in discussione vi è la riduzione dell’area soggetta a taglio obbligatorio intorno alle piante infette: il raggio si riduce a 50 metri dagli attuali 100, limitando l’impatto ambientale e le azioni legali avanzate dagli operatori, con forte incremento delle analisi a tutte le piante intorno. Sono rivisti, inoltre, i criteri di delimitazione dei focolai, con la proposta di dimezzare l’ampiezza della zona cuscinetto, che passa da 10 a 5 km nel caso delle aree gestite con misure di contenimento come la Puglia. Anche la zona di intervento obbligatorio viene ridotta dagli attuali 20 km a 5 km.
“Una grande novità per la commercializzazione è rappresentata dalla modifica che prende in considerazione solo le piante ospiti caratteristiche di ogni area infetta – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate – Le restrizioni alla movimentazione e commercializzazione delle piante, prodotte all’interno di ogni zona delimitata, sono applicate alle sole specie vegetali ospiti della subspecie presente nell’area delimitata in questione. Ci siamo battuti molto per la tutela dei vivaisti che hanno subito, loro malgrado, penalizzazioni senza esserne assolutamente artefici – prosegue il Sottosegretario L’Abbate – Con il nuovo Regolamento ci auguriamo di risolvere finalmente questi aspetti, ivi inclusa l’eliminazione del buffer di 100 metri libero da piante infette per i siti indenni autorizzati in deroga”.
Il principale punto ancora in discussione riguarda la previsione di utilizzo del passaporto delle piante anche per la movimentazione all’interno delle aree demarcate, così da allinearsi alle disposizioni del Regolamento di base del settore fitosanitario. Sarà necessaria una chiara differenziazione dei passaporti associati alle piante prodotte nei siti autorizzati con protezione fisica completa, destinate all’esterno dell’area demarcata, dai passaporti che accompagnano le piante prodotte in siti senza protezione fisica, destinate alla circolazione interna all’area demarcata. È intenzione della Commissione, infine, intensificare le attività di monitoraggio intensivo basate su criteri statistici di indagine: una metodologia che sarà applicata a partire dal 2021 per le sole aree demarcate e dal 2023 per il restante territorio indenne dell’Unione europea.?