“Non mandare in fumo il parco”, al via la campagna social della Protezione Civile
Contrastare gli incendi boschivi che spazzano via annualmente ettari di prezioso verde, con gravi danni come perdita di biodiversità, impoverimento del suolo, maggiore permeabilità ai cambiamenti climatici. Mirano a questo le azioni messe in campo a più livelli dal Parco Nazionale Alta Murgia nell’ambito della Campagna AIB, l’annuale Campagna Antincendio Boschivo della Protezione Civile. Le attività per l’anno 2020 coinvolgono in primis gli agricoltori – le vere sentinelle del territorio – fondamentali nell’opera di prevenzione e contenimento. A loro è affidato il compito di realizzare fasce taglia fuoco e ospitare serbatoi d’acqua, aumentando così i punti di approvvigionamento idrico. Si affianca a ciò l’aggiornamento del Piano AIB per il periodo 2019/2023; il rinnovo della collaborazione con Arif per l’utilizzo della rete di telerilevamento presente nelle aree boschive; l’avvio di una collaborazione con il CNR per monitorare da satellite le zone percorse dal fuoco, e la campagna social “Non mandare in fumo il Parco” sulle azioni da evitare per scongiurare il rischio incendi. Sulla base di un Avviso Pubblico, il Parco dell’Alta Murgia ha individuato quest’anno 17 aziende agro-zootecniche il cui compito è l’avvistamento incendi, con il supporto di serbatoi d’acqua ricevuti dall’Ente per garantire scorta idrica nelle aree boscate. La scelta ha tenuto conto di criteri tra cui la vicinanza ad aree vulnerabili rientranti nelle zone A e B del parco, il facile accesso da strade principali per favorire il rapido rifornimento dei mezzi AIB, il tipo di attività zootecnica che assicura costante presenza di personale nell’azienda, l’aver partecipato in precedenza ad attività convenzionate con l’Ente. La sinergia con Arif è volta a migliorare l’attività di avvistamento con azioni di co-gestione e sviluppo della rete di telerilevamento, con 6 postazioni presenti nelle aree boscate che puntano a rilevare l’incendio al suo esordio, limitandone il propagarsi. Con il CNR di Bari, l’Ente Parco ha attivato invece un servizio sperimentale di rilevazione che prevede analisi e foto associate al sistema GIS, per il monitoraggio da satellite delle zone percorse dal fuoco e del suo impatto sulla vegetazione. Completa il quadro la campagna Facebook e Instagram “Non mandare in fumo il Parco” realizzata in collaborazione con Arif Puglia, “comandamenti” da tenere a mente per evitare l’insorgere di un incendio e azioni da compiere in sua presenza per non farsi dominare dal panico. Tra i gesti da “NON” fare, l’accendere fuochi di nessun genere, gettare mozziconi di sigarette dai finestrini dell’auto, lanciare lanterne volanti, effettuare ripuliture del bordo strada con il fuoco, abbandonare rifiuti e così via. Il Parco dell’Alta Murgia è nella cerchia dei 13 parchi nazionali più a rischio incendi per le particolari condizioni climatiche, tipiche dell’ambiente mediterraneo, che in estate mettono a rischio i boschi e le numerose espressioni della vegetazione d’interesse forestale. Nel 2019 sono stati avvistati 44 incendi, 14 di questi hanno distrutto 87 ettari di bosco e 30 mandato in fumo 1.250 ettari di pascolo. È dei giorni scorsi l’incendio al bosco di Acquatetta, tra Spinazzola e Minervino Murge, che ha distrutto 350 ettari di terreno di cui 220 di bosco.