Puglia, si vota 20-21 settembre, ok Camera a doppia preferenza
La Puglia andrà al voto il 20 e 21 settembre e gli elettori troveranno sulla scheda due righe per l’eventuale espressione della doppia preferenza di genere ma non ci sarà l’inammissibilità per le liste che non rispetteranno nella composizione la proporzione 60-40 (restano le sanzioni pecuniarie presenti già nel 2015): è questo l’esito di una giornata risolutiva, nella quale il presidente della Regione Michele Emiliano e il prefetto Antonia Bellomo (nominato commissario dal governo per l’introduzione della preferenza di genere) hanno redatto e firmato tutti i decreti necessari al regolare svolgimento delle elezioni.
Le riunioni – In mattinata c’era stato un incontro durato un’ora e mezza tra il vicepresidente della giunta regionale, Antonio Nunziante, e il prefetto Bellomo: lì erano state superate tutte le criticità con «spirito di leale collaborazione», commenta Nunziante. Subito dopo c’è stato l’incontro nella presidenza della Regione con il presidente di Anci Puglia, Domenico Vitto; in quella sede è stata definita la ripartizione dei fondi ai comuni per l’organizzazione elettorale. «Emiliano – aggiunge Nunziante – ha firmato anche il decreto che convoca i comizi elettorali e quello che determina la ripartizione dei seggi con il quoziente pieno e i resti, nonché le modalità di presentazione delle candidature». Sulla composizione delle liste con la proporzione di genere 60-40 Nunziante chiarisce: «Gli atti di Emiliano sono nel pieno rispetto della legge. Ci sarà una sanzione, già prevista, in termini pecuniari. Il consigliere Amati è per un inasprimento? Si tratta di una scelta politica che non può fare il commissario».
L’ok della Camera – Via libera della Camera al dl sulla doppia preferenza in Puglia, per garantire la parità di genere. I voti favorevoli sono stati 267, i no 2, 182 gli astenuti. Il testo passa all’esame del Senato. Il decreto legge sulla doppia preferenza in Puglia, per la parità di genere, sarà all’esame dell’Aula del Senato giovedì mattina. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.