Sudest intervista i “tre angeli” di Polignano a Mare
Non chiamateli “eroi” perché altrimenti vi sentirete rispondere “abbiamo fatto solo il nostro dovere”. Stiamo parlando dei tre militari, appartenenti al 17° Stormo “Incursori” dell’Aeronautica Militare di Furbara, che il 21 agosto hanno prestato soccorso e, con buona probabilità salvato la vita ad un ragazzo che, in seguito a un tuffo dalla scogliera di Polignano a Mare, si era infortunato seguito dell’impatto con l’acqua.
Abbiamo voluto incontrare e intervistare i tre militari, in vacanza da queste parti, che “fortunatamente” si trovavano sul posto al momento dell’incidente. Si tratta di Fabio, Francesco e Gianluca ai quali abbiamo avuto il piacere di porre qualche domanda per capire meglio cosa è accaduto e conoscere anche il mondo dal quale provengono.
Cosa è accaduto quel giorno?
“Ci trovavamo a Polignano, dove c’è una scogliera alta 20/25 metri – ci dice Fabio, il più anziano ed espero del gruppo. Abbiamo fatto un primo tutto e poi stavamo per andare a tuffarci dallo posto dove c’erano dei ragazzi. In quel frangente Gianluca stava osservando questi ragazzi e ha notato che uno di loro si trovava in difficoltà in acqua. A quel punto ci siamo tuffati tutti e tre e l’abbiamo soccorso. Mentre uno di noi è uscito ed è andato verso lo scoglio, poiché da lì non è agevole risalire, noi lo abbiamo imbragato con gli asciugamani per poi issarlo sugli scogli. Nel frattempo il ragazzo aveva ripreso conoscenza, lo abbiamo tranquillizzato e gli abbiamo fatto un primo triage, dal quale era evidente una lesione, non siamo riusciti a capire se lussazione o frattura della spalla destra, abbiamo cominciato a parlare con il ragazzo per cercare di capire i dati. Francesco è intanto salito per chiamare il 115, visto che giù non c’è campo, mentre io sono rimasto con il ragazzo; Ha dato le coordinate dell’infortunato e nel frattempo qualche altra persona aveva allertato il 118. Dopo circa 10 minuti sono arrivati i VVF via terra e hanno trovato già il ragazzo immobilizzato con gli asciugamani, aveva già il braccio bloccato, lo abbiamo messo sulla barella spinale con l’ausilio del ragno, nel frattempo è arrivato il 118 che ha fatto un secondo triage confermando il nostro. Successivamente sono arrivati il VVF da mare con una moto d’acqua però è stato impossibile, data la risacca, portarlo via mare, e a quel punto abbiamo concordato insieme l’utilizzo del verricello con l’elicottero e di lì a 15 minuti si è avvicinato l’elicottero da Bari e ha provveduto a portarlo nei pressi del Campo sportivo, posto che noi avevamo individuato per l’atterraggio e da lì il ragazzo è stato portato in ambulanza all’Ospedaletto di Bari, dove gli è stata confermata la frattura e la lussazione del braccio destro”.
C’è un addestramento specifico che vi ha consentito di effettuare questo tipo di soccorso?
“Al corso di medicina tattica, quindi medicina da combattimento e recupero in mare e utilizzo di mezzi di fortuna per il primo soccorso, infatti abbiamo utilizzato dei teli sia per issarlo su come imbrago sia per bloccargli il braccio. Il corso prevede diversi moduli, tra i quali vi è uno specifico per la fase acquatica”.
Cosa sarebbe successo al ragazzo se non vi foste stati voi?
“Il ragazzo sarebbe morto sicuramente, infatti è stato veramente importante l’affiatamento e il lavoro in team perché altrimenti anche una sola persona non ce l’avrebbe fatta perché è stato veramente difficile la situazione ambientale in cui ci si trovava”
Cosa si prova quando si salva una vita umana?
“Tanta soddisfazione, tante emozioni”
Quanto dura l’addestramento base?
“Minimo un anno, poi ci sono le specializzazioni. La preparazione va dalla cartografia, parte fisica, acquatica, ovviamente utilizzo di qualsiasi piattaforma di armi, acquisizione obiettivi, fase di intelligence, combattimento, parte medica, si tratta di una formazione al 360° che ci ha permesso di soccorrere il ragazzo. Quelli italiani sono reparti di eccellenza, senza ombra di dubbio”.
Il 17° Stormo Incursori dell’Aeronautica Militare è un reparto ispirato a criteri di alta specializzazione, versatilità d’impiego ed alti livelli di prontezza operativa e si inserisce nel complesso delle Forze Speciali nazionali. Gestito dal Comando per le Operazioni delle Forze Speciali (COFS) dello Stato Maggiore Difesa, il Reparto ha capacità operative peculiari in campo aeronautico, fondamentali per agire in contesti operativi complessi ed in modo perfettamente integrato agli altri sistemi d’arma quali moltiplicatori del Potere Aereo.
Il 17° Stormo Incursori ha inoltre il compito di selezionare, formare, addestrare ed approntare personale Incursore, operatori per il Supporto Tattico alle Operazioni Speciali (STOS) ed artificieri EOD per l’impiego operativo in contesti particolarmente rischiosi e sensibili.
Il 17° Stormo Incursori è il reparto più giovane con i mezzi più all’avanguardia di tutte le FS e quindi di conseguenza il personale più giovane.
Il 17° Stormo Incursori dipende gerarchicamente dal Comando della Squadra Aerea per il tramite del Comando delle Forze di Supporto e Speciali.
Cosimo Lamanna