Xylella, cosa non ha funzionato?
Questione xylella. A Monopoli sono stati ufficializzati 60 ulivi risultati positivi al batterio presenti in un unico focolaio. Trovandosi nella zona cuscinetto, uno in verità alcuni metri dentro la zona indenne, secondo la legge attuale dovranno essere abbattuti tutti gli ulivi anche quelli sani presenti nel raggio di 50 metri da ogni pianta infetta. L’area totale da abbattere, da cancellare, da radere letteralmente al suolo, è un’area di circa 5 ettari e mezzo per un totale che dovrebbe essere più o meno di circa 270 ulivi. Molti di questi ulivi, come si vede dalle immagine di streetview sono monumentali e alcuni sono di quelli che io definisco “eccezionalmente monumentali” perché hanno tronchi di misura notevole e forme scultoree. In entrambe i casi per la legge non c’è nessuna distinzione. Che siano piccoli, grandi o giganti vanno abbattuti. Sono passati 7 anni da quando si è ufficialmente iniziato a parlare di xylella e ancora oggi come soluzione adottiamo quella dell’ultimissima spiaggia. La ricerca scientifica sicuramente sarà andata avanti, ma non in maniera sufficiente ed efficace. Forse le risorse economiche destinate a tutti i progetti di ricerca nel campo della xylella erano troppo pochi? Cosa non ha funzionato? In 7 anni le leggi che gestiscono il problema sono identiche, tranne la riduzione del raggio di abbattimento portato da 100 metri a 50 e la riduzione della fascia di contenimento. All’inizio per i monumentali era prevista la loro salvaguardia, adesso nemmeno quella. Per il resto solo prevenzione (potature, sfalci e arature obbligatorie) e soprattutto zero controllo sulle misure di prevenzione. Molte ricerche sono sicuro siano andate avanti producendo anche dei risultati. Ma la malattia, che convenzionalmente siamo abituati a chiamare xylella, non ha i tempi né della scienza e men che meno della burocrazia e dell’agire politico che deve far si che le leggi si adattino a ciò che dice la scienza. Ci chiediamo tutti cosa sia opportuno fare e ognuno propone la sua ricetta ma nella pratica non è cambiato assolutamente nulla. Io continuo ad avere fiducia nella scienza, nonostante i grandi errori commessi nel centralizzare la ricerca e le risorse ad essa associate. La questione non riguarda solo la Puglia, servono risorse economiche e ricerca libera. Speriamo bene perché in gioco, oltre al futuro degli agricoltori, c’è un patrimonio assolutamente inestimabile, unico, che è quello della piana degli ulivi monumentali e del paesaggio dei grandi ulivi in genere.
Enzo Suma