Conversano città dell’accoglienza, benvenuto Bouakar!
DA VALERIO CONTE RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Oggi voglio condividere con voi una mia esperienza personale: nel 2013, a Milano, ho conosciuto Bouakar Konare. Un ragazzo, orfano di padre, fuggito dalla Costa d’Avorio per poter garantire un futuro a sua madre e ai suoi fratelli.
Una fuga che l’ha portato a passare attraverso l’inferno libico dove è stato sfruttato e maltrattato. Infatti, in Libia, i diritti di queste persone vengono calpestati e i passaporti sequestrati. Diventano schiavi di organizzazioni che, dopo alcuni anni, decidono se farti o meno partire alla volta dell’Italia.
Bouakar, che parlava unicamente francese, per caso venne a chiedere un posto di lavoro in un cantiere che dirigevo. Anche se non parlava e non capiva l’italiano decisi di prenderlo a lavorare come manovale e da lì cominciò il suo riscatto… La vita di Bouakar e quella della sua famiglia, in Costa d’Avorio, cambió radicalmente. La sua famiglia si trasferì in Mali dove sono riusciti a costruire una casa in cui vivono dignitosamente.
Per il suo 25° compleanno decisi di fargli un regalo: viaggiamo da Bari fino a Roma per raggiungere l’ambasciata dove Bouakar potè rifare il passaporto.
Ha continuato a lavorare con me per diverso tempo.
Completati i cantieri al nord lo portai con me a Conversano dove è stato mio ospite ed ha fatto parte della mia famiglia per due anni fino a che non ha deciso di partire per la Francia insieme a dei suoi connazionali.
Sono orgoglioso di quello che oggi è diventato Bouakar e sono contento di aver contribuito, se pur in minima parte, a migliorare la vita di un ragazzo e della sua famiglia.
Tutto quello che ho fatto nella mia vita non è mai stato dettato da interessi, ma dal cuore.
Non penso di aver fatto una cosa eccezionale, l’ho fatta perché sentivo che era la cosa giusta e se mi dovesse ricapitare lo rifarei senza remore…
Accogliere una persona in difficoltà è una cosa straordinaria non per quello che deve passare alla società, ma per quello che provoca in se stessi.
Ci fa sentire vivi!
Provare per credere.