Sorpresi dai Carabinieri a rubare olive
Nel particolare periodo che stiamo vivendo, oltre agli incessanti servizi sui centri abitati, finalizzati al controllo del rispetto delle misure di contenimento della diffusione della pandemia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari continuano senza sosta a sorvegliare anche le campagne della provincia barese e quella BAT, al fine di prevenire e reprimere gli odiosi furti di olive e di attrezzi ai danni di agricoltori.
Così, dopo l’arresto dei giorni scorsi di 3 persone, colte nella flagranza di furto di 15 quintali di olive nelle campagne di Trinitapoli, e le denunce a piede libero di 8 persone complessive, soprese nelle scorse settimane, in momenti diversi, a rubare i raccolti nelle campagne di Cassano delle Murge, di Paolo del Colle, di Bitonto e di Sannicandro di Bari, sono entrati in azione i Carabinieri di Molfetta.
Ieri, infatti, i militari della Sezione Operativa e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Molfetta hanno arrestato 3 persone sorprese mentre rubavano il prezioso raccolto in un terreno sito lungo strada vicinale “Marcinase”
In pieno giorno, una squadra di ladri pensava di poter agire indisturbata nel rubare quintali di olive ai danni di agricoltori molfettesi. Ma non è andata così! Un proprietario di terreni della zona ha notato dei soggetti sospetti intenti a raccogliere olive ed ha contattato il 112. Preziosa è stata la collaborazione offerta. I Carabinieri di Molfetta sono immediatamente giunti presso il fondo, nella zona industriale di Molfetta, ove hanno sorpreso i tre uomini di 20, 24 e 48anni, con altrettante pertiche, che battevano i rami per far cadere le olive su due teli disposti ad hoc sotto gli alberi. Subito i tre sono stati bloccati. Da un’ispezione successiva, è emerso che sui teli vi erano circa cinque quintali di olive, e poco distante, celate dietro altri alberi di ulivo, vi era una bagnarola nera, un secchio da pittore e due sacchi azzurri per la raccolta.
I carabinieri, hanno recuperato i 5 quintali di olive, restituendole al legittimo proprietario, mentre i tre autori sono stati tradotti presso la casa circondariale di Bari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.