Monopoli, l’albero di Progetto Donna in Comune
Riportiamo il testo scritto da Maria Grazia Palazzo, presidente di Azione Cattolica Sant’Antonio di Monopoli, a proposito dell’Albero e le Donne.
L’albero da sempre simboleggia il radicamento alla terra e alla vita, simbolizza il ciclo della natura che dal buio delle radici, da un seme s’innalza verso l’alto, verso la luce, e le stagioni cicliche a ricordare la dimensione spazio – temporale e declinare la bellezza di primavera, estate, autunno, inverno
In un tempo così provato come quello attraversato dalla pandemia, l’albero ci ricorda il dinamismo salvifico del cambiamento e dell’adattamento che è tipico di ogni vita che ambisca non solo alla sopravvivenza ma anche alla fioritura
L’albero con le sue lunghe radici, i suoi rami, le sue foglie, i suoi frutti ci ricorda il legame sinergico e di continuità tra i tanti sé, le tante parti di noi, le fasi delle nostre vite, ma anche le relazioni con altre donne e la bellezza di essere noi stesse eppure parte di un corpo – comunità
Nella vita di ogni donna, possiamo affermare senza timore di essere smentite, che quando è possibile il recupero del legame vitale con altre donne, dentro una genealogia non solo biologica ma anche culturale, vi è rinascita e fioritura.
Se le Amazzoni del mito antico, rovescio perturbante della società patriarcale rifiutavano per scelta il maschio, la donna oggi disimpari piuttosto la narrazione di sé fatta da altri, per agire sulle proprie risorse e sulla sua consapevolezza ed autostima, uscire da ogni logica di manipolazione o di violenza, così come da sterile isolamento o rinuncia
Ogni donna, anche la più fortunata, conosce quanto i percorsi di emancipazione ed affermazione di sé passino anche da contesti e circostanze non sempre favorevoli e ancora discriminatorie, poiché la conquista di diritti formali non basta senza una prassi condivisa e diffusa
Come l’albero ogni donna vive stagioni di internamento e di socialità prodighe di lezioni. È la vita stessa che ci pone dinanzi alla possibilità di superare le stagioni di buio e solitudine e conquistare la luce e nuove fioriture.
L’essere in rete tra donne aumenta la possibilità di resistere alle intemperie per intercettare quella linfa vitale che è nutrimento indispensabile per la crescita comune, individuale e comunitaria. Solo credendo in sé stesse e fidandoci delle altre potremo intravedere la possibilità di un riscatto e di un progresso, dentro forme di testimonianza assertiva per tutte. Non basta denunciare ciò che soffoca, rallenta, blocca. È necessario anche intravedere la luce e volerla cogliere, volerla perseguire. Come i rami di un grande albero matriarca cominciamo dal linguaggio a declinare le nostre parole. E buona fioritura…