Puglia, la scuola è servita … à la carte
Nel pomeriggio si è consumato un nuovo, triste capitolo per la scuola. All’interno di uno scenario nazionale dai tanti interrogativi, nel quale spicca l’ostinazione del Ministro Azzolina a voler riaprire il 7 gennaio, costi quel che costi, e questo nonostante i diversi pareri contrari di epidemiologi e finanche dell’Associazione Nazionale dei Presidi, che chiedevano il rientro al 50%, è arrivato il provvedimento del Governatore della Puglia Michele Emiliano che lascia alle famiglie la facoltà di scegliere la didattica in presenza o quella a distanza, alla “Ponzio Pilato” ci verrebbe da pensare, forse anche dovuto al ricorso a suo tempo presentato e vinto da alcuni genitori contro il provvedimento del governatore pugliese. A quanto pare la situazione i Puglia è quella che è, a causa di un ricorso al TAR PUGLIA fatto da genitori insieme alla codacons, e poiché il parere ordinatorio del giudice supera la legge, il Governatore sarebbe stato costretto a fare quell’ordinanza. Tutto questo con il solito contorno dell’insoluta questione dei mezzi di trasporto, il vero e autentico nodo del problema: a proposito il Ministro De Micheli che fine ha fatto? E i sindacati? In mezzo, tra incudine e martello, studenti e personale scolastico, quest’ultimo ignorato completamente dalla classe politica e mai invitato a esprimere un parere decisivo in merito. Diciamolo chiaramente il parere della classe intellettuale di questo paese, nonché di tanti lavoratori, alla politica con la “p” minuscola non interessa, così come non interessa nemmeno la didattica, quella con la “D” maiuscola, viste e considerate le assurde soluzioni prospettate con prolungamenti di orario scolastico fino al tardo pomeriggio. E siamo davvero convinti che la DID sia meglio della DAD? Non si creeranno diseguaglianze nell’orario di lezione per chi starà in classe e chi starà a casa? E che dire poi di quegli Istituti o docenti dove dall’inizio si è mostrata una certa avversione alla DID? Non si rischia che gli studenti che resteranno a casa siano guardati con sospetto? Purtroppo siamo di fronte a posizioni ideologiche che di razionale hanno ben poco, basti pensare che si passerà come per magia da una “zona rossa” fino al 6 gennaio al rientro in aula il giorno dopo: insomma, a quanto pare qualcuno è convinto che la Befana, insieme alle feste quest’anno porterà via anche la pandemia. Di fronte a una politica incapace di scegliere non ci resta che augurare al mondo della scuola un grosso in bocca al lupo.
Cosimo Lamanna