Mola, “scuola “De Amicis”, nota delle opposizioni
Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa delle forze politiche “Progetto Mola e “Lista Giangrazio Di Rutigliano”
La perdita di una scuola, è sempre e comunque da considerarsi una sconfitta per tutta la collettività. Un danno enorme, al quale non deve aggiungersi anche la beffa.
Le parole pronunciate dal Sindaco, nell’ultimo consiglio comunale, in risposta all’interrogazione del nostro consigliere Giangrazio Di Rutigliano, non sono né chiare, né tranquillizzanti. Nei fatti, infatti – si perdoni il bisticcio di parole – per quella struttura, che è parte della nostra identità sociale e culturale, e che ormai, dopo la delibera di Giunta n° 1 del 2021, possiamo definire “ex” scuola elementare De Amicis, non si esclude alcuna possibilità di (ri)utilizzo.
A detta dell’Amministrazione, la gloriosa De Amicis, viene dismessa, dalla sua nobile funzione, oltre che per le pessime condizioni strutturali in cui si trova, per carenza di alunni. Purtroppo il dato della denatalità è una triste realtà, che caratterizza i nostri tempi ed è una tendenza consolidata, su tutto il territorio nazionale.
Insomma la scuola deve arrendersi alla dura legge dei numeri! Su questo, ci sarebbe certo anche molto da obiettare, ma questo ci porterebbe fuori dal discorso, che qui si vuole affrontare.
La stessa spietata legge dei numeri, che a scanso di equivoci, dovrebbe dirci anche, che una comunità che si contrae da oltre 26mila abitanti a circa 25mila, che ha ancora vigente un Piano Regolatore Urbanistico “ottimista”, che aveva previsto volumetrie residenziali per 40mila abitanti, molte delle quali ancora da realizzare, non ha ulteriormente bisogno di altre abitazioni. Quindi con la stessa logica, per tranquillizzare tutti, ragionando per esclusione, si dovrebbe poter dire senza alcuna difficoltà: 1) che al posto della scuola, non si realizzeranno nuove residenze; 2) che quel sito, va salvaguardato e valorizzato con una progettualità che tenga conto del ruolo, culturale ed educativo che ha rivestito fino a qualche anno fa per la collettività molese; 3) che la nuova destinazione, che si vuol dare, deve tenere conto anche di quel valore affettivo e sociale, che quella scuola conserva intatto per i molesi e che non può essere barattato, in cambio di qualsiasi progetto, che sia portatore di un mero vantaggio economico.
La scuola De Amicis, pur con una mutata funzione, che a nostro avviso deve essere individuata coinvolgendo tutta la città, deve risorgere come l’Araba fenice e continuare ad essere punto di riferimento e parte della nostra storia: come lo è stato per il passato, così dovrà esserlo anche per le future generazioni. Si può obiettare che la scuola dal punto di vista tecnico, può essere vista e classificata come fabbricato di edilizia minore, e non può essere considerata alla stregua di un monumento, ma se , invece viene vista in un’ottica più ampia , se viene vista come parte integrante di un contesto sociale e culturale, che nell’arco della sua storia, attraverso il ricordo del “vissuto” di diverse generazioni ha abbracciato tutta la città, allora forse se ne può scorgere la giusta valenza e importanza sociale, che porta a considerarla come un monumento.
Se per qualche anno ci dedicassimo solo a curare la città e il territorio, se i piani, come dice uno dei più grandi urbanisti italiani Pier Luigi Cervellati, invece dell’espansione regolassero interventi di recupero della bellezza, che è sinonimo di democrazia, le scelte che andremmo a fare, lascerebbero un’impronta più positiva e incisiva.
Quindi è bene mantenete alta l’attenzione sul futuro della scuola elementare De Amicis, perché come già detto, al danno della chiusura non si aggiunga anche la beffa.