Gdf, “operazione claustro”, confiscato immobile a soggetto pericoloso
I militari della Compagnia di Altamura – coordinati dal I Gruppo Guardia di Finanza Bari – hanno notificato un Decreto emesso dal Tribunale di Bari, in accoglimento della proposta depositata dalla Procura della Repubblica di Bari guidata dal dott. Roberto Rossi, di confisca di prevenzione di beni appartenenti a un soggetto gravato, a partire dal 2000 (quando era ancora minorenne), da numerosi precedenti penali e sentenze definitive di condanna per reati in materia di traffico di sostanze stupefacenti, anche in forma associativa.
La confisca rappresenta l’epilogo di complesse e articolate indagini di polizia economico-finanziaria condotte dalle Fiamme Gialle altamurane, volte all’individuazione e alla sottrazione dei patrimoni illeciti conseguiti dal predetto soggetto, riconosciuto “pericoloso sociale”, consistenti in beni di valore del tutto sproporzionato ed ingiustificato rispetto ai redditi leciti dichiarati ed al tenore di vita mantenuto dallo stesso e dai familiari. I Finanzieri hanno pazientemente ricostruito tali elementi, a partire dal 2004, accertando una sproporzione pari a oltre 350 mila euro. Le investigazioni hanno posto in evidenza come le condanne emesse a carico del soggetto e i periodi di detenzione scontati come pene o in forza di misure cautelari, nonchè la misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno per due anni nel Comune di residenza (applicata nel 2004 dal Tribunale di Bari) non hanno prodotto alcun effetto deterrente o rieducativo nei suoi confronti. La misura ablatoria ha riguardato, nello specifico, un immobile sito ad Altamura del valore complessivo di oltre 76 mila euro. Il provvedimento in questione – che segue quello di sequestro già eseguito a settembre 2020 – evidenzia la notevole importanza che rivestono, nell’azione di contrasto alla criminalità, le misure di prevenzione patrimoniali e le investigazioni condotte dalla Guardia di Finanza volte ad aggredire i patrimoni illecitamente accumulati dalla cd. “criminalità da profitto”, ovvero da coloro che vivono abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose e traggono il proprio reddito dai proventi dell’attività criminale e dalla sistematica inosservanza delle norme.