Ricordando l’agente di Polizia Cimarrusti
Quando si entra a far parte della Polizia di Stato, si ha la sensazione forte di entrare in una grande famiglia della quale, ogni poliziotto, diventa padre, fratello, sorella e quando, per scelta di vita, decidi di uscirne, senti ancora di far parte di quella famiglia alla quale resti comunque legato. Per tal motivo sento la necessità di ricordare un mio paricorso di Conversano, Giuseppe Cimarrusti, morto la notte del 21 Febbraio 2005. La Volante con a bordo l’agente scelto Davide Turazza (capo equipaggio) e l’agente Giuseppe Cimarrusti (autista) stava percorrendo la Statale 11 alle porte di Verona, quando gli agenti notarono dei movimenti sospetti a bordo di una automobile parcheggiata ai margini della strada.
Nel momento in cui gli agenti decisero di procedere al controllo dall’autovettura scese un uomo che iniziò a sparare contro di loro. Nella breve ma intensa sparatoria vennero esplosi decine di colpi di pistola. L’Agente Scelto Davide Turrazza e l’Agente Giuseppe Cimarrusti rimasero uccisi, insieme allo stesso aggressore. Prima di morire l’agente Cimarrusti riuscì a chiamare la Centrale Operativa, dicendo che cosa era accaduto. Davide Turazza e Giuseppe Cimarrusti sono Medaglia d’Oro al Valor Civile. Oggi non posso non ricordare tutti quei ragazzi, noi ragazzi, riuniti sotto quella bandiera a tricolori nelle adunate mattutine e serali, uniti nel nome della Polizia di Stato e nel desiderio di servire lo Stato e la giustizia, quel desiderio che ha portato Giuseppe ad una giovane e ingiusta morte.
Cosimo Lamanna