Mola, piano Comunale delle Coste e osservazioni

Lunedì 19 aprile è scaduto il termine per la presentazione delle osservazioni all’adottato PCC (Piano Comunale delle Coste) da parte della Giunta Comunale di Mola di Bari. L’Associazione, “Chiudiamo la discarica Martucci“, presieduta dott. Vittorio Farella, ha voluto contribuire alla realizzazione di tale importante e vitale strumento di tutela ambientale e di crescita civile del territorio e della comunità, presentando nei giorni scorsi le osservazioni che di seguito riportiamo.

La nostra associazione non poteva certo rimanere indifferente al momento valutativo di uno strumento così importante per il futuro del nostro territorio, di salvaguardia delle aree costiere e del mare prospicente, del loro uso eco-sostenibile e della tutela ambientale in senso lato. La pianificazione dell’area costiera, attraverso lo strumento del PCC (Piano Comunale della Coste) è, in quanto programmazione per il futuro sviluppo ed uso, uno snodo decisivo per garantire, ad uno stesso tempo, sviluppo economico e risanamento di un notevole degrado consumatosi nel tempo, per permettere una più larga e libera fruizione del demanio marittimo e del mare territoriale, assicurando una reale e ampia accessibilità.

Oltre ad essere conforme alle linee guida, agli indirizzi e criteri forniti dal PRC (Piano Regionale delle Coste) e dal PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale) deve integrarsi con tutta la strumentazione urbanistica vigente di ogni livello, secondo norma, ma soprattutto raccordarsi con la progettualità programmatoria urbanistica in progress di livello locale.

Infatti, la pianificazione costiera affidata ai Comuni esige una gestione integrata non solo con tutta la strumentazione urbanistica vigente e in divenire locale, con le disposizioni nazionali e regionali, ma anche in raccordo e comunità d’intenti con i Comuni costieri confinanti (Bari e Polignano) e, magari, in ottica sinergica, anche con quelli dell’immediato entroterra.

Consci della straordinaria importanza, vera e propria sfida di progresso e duro banco di prova, della realizzazione programmatica di tale importante strumento di tutela ambientale e fruibilità sociale, riteniamo non si debba trascurare alcun aspetto e predisporsi interessatamente all’ascolto degli stakeholders, delle associazioni e di semplici cittadini, per coglierne suggerimenti e sensibilità e superare le criticità esistenti, fra le prime quelle della devastazione e occupazione abusiva di diversi tratti di costa.

Proprio convenendo con l’affermazione contenuta negli atti di presentazione dell’adottato PCC “il livello di degrado è tale, per intensità e ampiezza, che il problema non è più quello di cercare usi ottimali delle aree ancora libere, ma piuttosto quello di innescare un processo di recupero e risanamento complessivo” richiamiamo l’attenzione sulla convinzione che per ottenere un accettabile risultato occorra:

 

  • Un coordinamento fra tutti gli strumenti urbanistici, in armonia con le indicazioni del PRC e degli strumenti di pianificazione sovraordinata;
  • Una ricognizione puntuale   dell’esistente   sul   demanio   e   nell’immediato   territorio

retrostante;

  • Un’attenzione particolare nel perseguire la protezione dell’ambiente naturale, la preservazione e tutela delle aree archeologiche e di pertinenza di beni storici, nonché il recupero dei tratti di costa che versano in stato di degrado;
  • Per assicurare la preminenza dell’interesse pubblico del piano e della fascia costiera necessita una sinergia pubblico-privato, con accordi peculiari e puntuali, per la valorizzazione ed uso pubblico, seppur altresì a titolo oneroso e anche a fini turistici, di tutte le aree demaniali, ma soprattutto delle aree concedibili per Stabilimenti Balneari (SB).

Si può ben comprendere che per fare tutto questo occorra una tempistica più ampia ed un respiro maggiore nel coinvolgimento di svariati attori nella programmazione di una siffatta proposta. Essenziale, dunque, ulteriori confronti che potrebbero scaturire da questa fase di osservazioni e dalla comparazione con quanto già in previsione nell’elaborando PUG.

Per entrare più nello specifico:

–              Va rovesciato l’assunto che sia lo scenario di prima attuazione ad assegnare l’indirizzo per il redigendo PUG (non anche per i PUE) e che siano invece i principi ispiratori dell’istituendo PUG a indirizzare gli interventi di tale scenario, se proprio non si voglia posporre l’adozione del PCC alla sua adozione/approvazione;

–              Nelle procedure di adeguamento dello strumento vigente al nuovo PCC bisognerà assumere la priorità assoluta di INCREMENTO delle aree demaniali, magari agendo con proposte da avanzare agli Enti competenti per un’eventuale revisione della dividente demaniale o attraverso acquisizioni al pubblico di aree private (e non soltanto per quelle situazioni paradossali e scandalose di muri e proprietà private che finiscono direttamente in mare, a volte di origine abusiva), a causa di una significativa e diffusa privatizzazione della costa ;

–              Tenuto conto che la costa molese rientra completamente nella categoria B (a normale valenza turistica) bisogna porre particolare attenzione nelle concessioni per Stabilimenti Balneari (SB) e Spiagge Libere con Servizi (SLS) per evitare che le porzioni migliori siano di esclusivo appannaggio per tali concessioni. Così come si dovrà ipotizzare un più larga assegnazione di Spiaggia Libera (SL) ben al di sopra del limite minimo di Legge (36%), in considerazione della esiguità della profondità di spiaggia, sebbene gran parte di questa (4.450 m.) non sia allo stato concedibile per profondità insufficiente (< 15 metri);

–              Nel regime di transitorietà (sic!) fino al 31.12.2033 per la revisione/revoca delle concessioni esistenti non si deve indugiare ad avviare procedimenti di sospensione o di revoca (anche parziale) immediati per quelle concessioni che ricadono in aree interessate da divieti assoluti di concedibilità (aree vincolate e sfoci di lame);

–              Sarebbero sconsigliabili, per l’esiguità del tratto di costa utile del nostro territorio, le concessioni per finalità diverse da SB e SLS, in particolare relativamente a concessioni per impianti di acquacoltura marina;

 

–              Problema di notevole importanza, come anche sottolineato ampiamente nella bozza di PCC adottata, è quello relativo al progetto per le nuove aree di parcheggio. Il numero estremamente limitato di parcheggi pubblici, la sosta selvaggia (spesso all’interno del demanio marittimo, anche a diretto contatto con le aree di scogliera e perfino a ridosso della battigia) o parcheggi non regolamentati lungo la viabilità di accesso al mare (nella maggior parte dei casi lungo strada o in corrispondenza di pertinenze stradali), richiedono interventi riparatori nel breve periodo e con assoluta priorità;

–              Accessibilità al demanio marino. Decisione di notevole rilevanza, ma forse non solo per il nostro territorio, per la reale fruibilità delle spiagge. Mal comune, in questo caso, non genera mezzo gaudio, ma la necessità di sinergie con altri Comuni costieri e gli Enti sovraordinati (Regione, Città Metropolitana, Stato, Autorità di controllo) allo scopo di porre fine alla chiusura e/o privatizzazione delle strade d’accesso, anzi, come anche ipotizzato nel documento adottato, crearne di nuove, per garantire l’effettività della fruizione delle Fasce destinate al libero transito (FP3), retrostanti alle spiagge, e Fasce di libero transito pedonale lungo la spiaggia (FP1)

–              Interventi di recupero e risanamento costiero. Si deve procedere alla sollecita localizzazione delle aree demaniali marittime per le quali si rende necessario prevedere interventi di recupero e risanamento costiero, partendo dall’ambito prioritario per il ripristino dell’assetto costiero finalizzato ad una maggiore naturalità, con la rimozione delle opere di urbanizzazione esistenti e abusive, siano essi muri di recinzione o piattaforme, scivoli, scalinate, ecc., per ristabilire la rinaturalizzazione della fascia costiera, mediante interventi di tutela e ricostituzione della vegetazione costiera. Serve, poi, anche la riqualificazione degli spazi pubblici oggi degradati: un esempio fra tutti quello della frazione di Cozze;

–              REGIME TRANSITORIO. Questa fase rappresenta lo snodo più delicato e importante per ben avviare il PCC e perciò necessita, ad uno stesso tempo, di un segnale di forte indirizzo e procedere con la massima celerità possibile, onde poter risanare le indecenze e le vergogne più evidenti e consentire il recupero per la sfruttabilità e godibilità della costa. Infatti in questa fase si procederà alla individuazione delle opere di difficile rimozione da adeguare o trasformare in opere di facile rimozione; alla trasformazione degli accessi privati in pubblici (di converso e in stretta relazione anche al raggiungimento della fascia di balneazione FP1); all’individuazione delle recinzioni da rimuovere e all’eliminazione di tutte le barriere architettoniche; alla realizzazione di fasce di spiaggia parallele al mare (FP|3) per i camminamenti. E non è certo poco, né di poco conto.

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