Trivelle, riparte la battaglia. A settembre la sfida nell’Adriatico
Il conto alla rovescia per tornare a perforare i fondali dell’Adriatico alla ricerca di combustibili fossili è iniziato: il 30 settembre prossimo scadrà la moratoria sulle trivellazioni a mare e a terra in Italia. Lo stop era stato deciso nel 2019 perché gli ex ministri Patuanelli e Costa – rispettivamente dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente – non avevano presentato cosiddetto Pitesai, il Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee. Un documento che, proprio in virtù di una legge voluta da quegli stessi ministri, avrebbe dovuto essere presentato entro il 13 febbraio 2021. Di rinvio in rinvio, la fine della moratoria è slittata a fine settembre. Nel frattempo però il governo ha effettivamente presentato il Pitesai, il 15 luglio scorso: ora ci sono due mesi per la discussione pubblica che si chiuderà il 15 settembre. “Per quella data presenteremo certamente le nostre osservazioni”, annuncia il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani. “C’è il concreto rischio che il piano conceda alle società estrattive quello che hanno avuto finora, cioè di poter trivellare a caccia di petrolio e gas proprio mentre si fa sempre più urgente la decarbonizzazione dell’economia e l’addio ai combustibili fossili”. In questo scenario si inserisce la polemica sulle autorizzazioni alle perforazioni, con Air Gun, al largo della Puglia. La scorsa primavera, i sindaci e il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano avevano espresso un chiaro no. Ora il governo potrebbe dare il nulla osta.