Mola, Gruppo Argo “operazione di Palazzo”
Riceviamo e pubblichiamo nota a cura di Giambattista Mola, Portavoce del Gruppo Argo di Mola di Bari.
E’ andata in scena nei giorni scorsi quella che in gergo politico viene definita un’operazione di Palazzo, ovvero l’azzeramento prima e la nomina poi della nuova compagine assessorile.
Non è nostra intenzione parlare di questo, anche perchè l’hanno già fatto e lo faranno le forze politiche, ma per doverosa chiarezza verso i cittadini è giusto dare una risposta ai seguenti interrogativi.
In sede di ultimo consiglio comunale, il primo cittadino ha lodato l’impegno profuso dagli assessori azzerati.
C’è da chiedersi a questo punto, quale motivo ha portato allora il sindaco a sostituirli?
Lo stesso sindaco ha giustificato la nomina dei nuovi assessori con l’intento di rilanciare l’azione amministrativa.
Ma se davvero fosse così, nel dibattito politico che ne è seguito pare che nessun contenuto in termini programmatici sia stato posto al riguardo all’attenzione del consiglio.
A cosa ha quindi portato la tanto agognata verifica posta a condizione del prosieguo della consiliatura?
Ed ancora, quale contributo i nuovi assessori potranno portare mai in un termine così breve quali sono gli ultimi due anni di mandato?
In sostanza, quello che potrà eventualmente andare a compimento sarà solo quanto prodotto e se prodotto dagli amministratori nel primo scorcio della consiliatura.
E, quindi, ritornando all’inizio del discorso, qual é e/o quali sono stati i reali motivi che hanno condotto il primo cittadino a fare questa scelta?
Detto ciò, è indubbio che quanto accaduto abbia come causa principale la crisi dei partiti e conseguentemente della rappresentanza politica.
Se prima i partiti nel corso degli anni passati hanno sempre garantito a coloro che si avvicinavano alla politica un’adeguata formazione e la candidatura si otteneva solo dopo che si palesava da parte del candidato una piena adesione a quelli che erano i principi ed i programmi dell’azione politica del partito stesso, oggi, invece, persa la forza propulsiva dei partiti, l’arruolamento dei possibili candidati, peraltro solo in prossimità delle elezioni, avviene purtroppo come se si chiedesse a qualcuno di partecipare ad una scampagnata.
Ma quello che è più disarmante non è solo che i promotori delle liste non richiedano al candidato un minimo di attitudine per ricoprire il ruolo di amministratore pubblico, ma soprattutto la facilità con cui gli stessi cittadini individuati decidano di candidarsi.
Il risultato è che chi viene eletto è già tanto che rappresenti se stesso, con la conseguenza di un eccessivo e deleterio personalismo, sempre che non rappresenti addirittura soltanto un gruppo di pressione.
Si dirà che i tempi sono cambiati, che la politica attuale è così e non si può tornare indietro, che le ideologie non esistono più e che quello che conta è la soluzione dei problemi (non pare che finora l’attuale amministrazione frutto almeno a parole di un’esperienza civica abbia particolarmente brillato).
S’intende, non si ha nulla contro il civismo, che peraltro ha funzionato solo in quei territori in cui aveva una storia e non era stato generato a tavolino.
Se volessimo però dare ragione a chi la pensa in questo modo, è il caso allora che ci si rassegni al fatto che il destino, come della precedente ed attuale, di tutte le altre consiliature che seguiranno sarà sempre più legato esclusivamente alla volontà dei singoli.
D’altro canto, si sbaglia quando si condannano le ideologie o le si avversano, perché si dimostra così di non conoscere la storia.
Infatti, quando si parla di ideologia non si parla di qualcosa di astratto ma di una visione di paese, la qual cosa ha sempre operato da utile collante tra coloro che la condividevano.
Va da sé, che il rischio che alla i di ideologia si sostituisca la i di interesse è reale.
In conclusione, è quindi necessario che la P di Politica si declini con la P di Progetto e non più con la P di Persona.
Il Gruppo Argo non ha certamente la presunzione di avere la bacchetta per cambiare con un tocco magico questa realtà, ma di sicuro nasce con la consapevolezza da parte dei suoi aderenti che è arrivato il tempo di invertire questa tendenza.
La rotta è segnata, per cui occorrono adesso comportamenti radicali se si vuole ritornare ad amare il nostro paese.
Siamo convinti che ci vorrà del tempo, ma siamo altrettanto convinti che sia una strada obbligata.
Gruppo Argo