Michele Pinto alla regia di “Abulivia” di Francesco Tammacco
L’attualità e la cultura della propria terra, con la sua rustica ed inestimabile ricchezza in termini di patrimonio naturalistico ed umano, l’amore viscerale per la sua Puglia e quell’attenzione nel raccontarla, valorizzarla, rendendola protagonista all’interno di un raccolto filmico sensibile, schietto ed intenso.
È con questo approccio artistico, che da sempre lo contraddistingue, che il regista ruvese Michele Pinto torna a battere il primo ciak di un nuovo lavoro cinematografico.
Sono infatti iniziate le riprese per la realizzazione, in versione cortometraggio ed in versione webseriale, di “Abulivia”, adattamento filmico di uno spettacolo teatrale di successo, scritto e diretto dal molfettese Francesco Tammacco.
Una collaborazione, grazie al supporto di Morpheus Ego e della compagnia teatrale Carro dei Comici, che, sulla scia della notevole accoglienza di pubblico nel corso del tour teatrale, per le sue tematiche e per l’espressività del racconto, porta il dipinto della condizione umana dei giovani del Sud dalle tavole del teatro al set cinematografico.
Con una profonda e magistrale interpretazione dell’attore molfettese Felice Altomare, maestro indiscusso nell’ambito teatrale, “Abulivia” si pregia anche della professionale esperienza di Rosa Tarantino, del regista teatrale ed autore Francesco Tammacco con al suo fianco, per la prima volta sullo schermo, sua figlia, la piccola Francesca. Non da meno, l’eleganza della ballerina Anna Ilaria Davvanzo e le suggestive musiche originali composte da Federico Ancona.
“Abulivia” è uno spettacolo teatrale scritto da Francesco Tammacco nel 2004 e, sin dal suo titolo, afferma il forte legame con la terra di Puglia e con gli ulivi che la rappresentano nel mondo: “Ab-uli-via” è infatti una sorta di neologismo ideato dallo stesso Tammacco a significare “via dagli ulivi”.
È attorno ad un ulivo che gira una giostra umana, dalle condizioni più varie, dei giovani del Sud che, come gli alberi, partono ancora oggi all’insegna del mondo ma a cavallo di una valigia piena di precarietà ed inadeguatezza delle politiche sociali.
Quello che lasciano nella loro terra, sono vuoti incolmabili pregni di un significato fallimentare. È il vuoto l’asse portante dello spettacolo, quel vuoto che, visto con accezione buddhista, rappresenta anche una perdita inevitabile di valori.
Con ironia dissacrante, “Abulivia” riflette anche sul preconcetto che vuole i contadini fossilizzati in una impasse sociale e culturale, nella cultura, nel sapere, nella crescita sociale, “come se alla vanga e alla calura non potesse far eco la cultura”. Invece, è proprio nei lavori umili legati alla terra che andrebbe ricercata la chiave del riscatto di tutto il Sud Italia.
Così, “Ab-Uli-Via” si fa grido di dolore ma anche di speranza per quella “carne viva” che è la gente del Mezzogiorno.
Affascinato dal messaggio e dall’intero spettacolo, il regista ruvese Michele Pinto ne ha voluto fortemente realizzare un adattamento filmico, attualmente in fase di elaborazione, con i primi ciak ospitati dalla sede di Serra Petrullo della Fondazione “Angelo Cesareo” di Ruvo di Puglia, uno dei diversi enti che stanno supportando il progetto.
Produzione filmica a cura di Arcadia Kinema ed una troupe tecnica di tutto rispetto con la direzione della fotografia di Diego Magrone, la presa diretta e il sound engineering a cura di Claudio Kougla De Leo, la Direttrice di Produzione Daniela Iosca, il Produttore esecutivo Felice Caiati, il Fotografo di scena Enzo Paparella e l’Ufficio stampa a cura di Tiziana di Gravina.
Il lavoro, che conferma la collaborazione fra Michele Pinto e Francesco Tammacco che hanno conquistato il panorama internazionale con la pluripremiata webserie “Project M”, sarà presentato al pubblico nei primi mesi del 2022, debuttando anche su alcune importanti piattaforme di streaming oltre che nei diversi festival internazionali del settore.