Polignano, ci scrive Domenico Scagliusi
Egregio Direttore,
chiedo ospitalità sul suo giornale per chiarire le notizie apparse sugli organi di stampa in relazione alla vicenda della SOP, e ad ipotetiche fughe di aziende dal territorio di Polignano.
Dobbiamo innanzitutto precisare che la SOP ha presentato un progetto di “piano casa” per trasformare gli attuali capannoni adibiti a lavorazione dei prodotti agroalimentari, in decine di appartamenti, attraverso la procedura della “demolizione e ricostruzione”, con un aumento fino al 35% della volumetria. È quindi evidente che se non ci sarà più il capannone attuale di Via Marconi, sarà per una scelta – legittima – della proprietà di trasformare i suoli della loro azienda da produttivi/commerciali in residenziali.
La SOP ha contemporaneamente presentato un progetto di costruzione di un nuovo opificio all’inizio di Via Conversano, in zona “E” destinata ad attività agricola, con una procedura che, come ha spiegato il suo giornalista, non è consentita per le aziende commerciali (ma solo per quelle agricole) in presenza di zone “D” destinate agli insediamenti produttivi nella pianificazione del vigente PRG. Zone su cui la nostra Amministrazione sta lavorando, per evitare che scelte improvvide si possano trasformare in un debito da trasmettere alle future generazioni!
Nè corrispondono al vero fantasiose accuse secondo le quali altre aziende stanno emigrando verso altri comuni, perché proprio su via Conversano, stanno sorgendo due nuovi insediamenti agricoli; interventi che, in possesso dei giusti requisiti, sono stati reputati conformi allo strumento urbanistico del nostro Comune.
Ciò a dimostrazione che la nostra Amministrazione non è indifferente verso le aziende, piccole o grandi che siano, poiché tutte meritevoli di attenzione, sane, e fonte di sviluppo e di lavoro per tante famiglie del nostro comune.
Una soluzione tecnica per risolvere l’impasse sul nuovo opificio della SOP potrebbe essere quello di spostare l’insediamento in zona “D”, ovvero di inserirlo in un più ampio progetto di rigenerazione urbana. In quest’ultimo caso, la proprietà dovrebbe rinunciare alla trasformazione in residenziale, di una parte della cubatura attualmente destinata ad attività produttiva.
Posso comunque rassicurare che gli uffici sono disponibili ad aprire un tavolo per esaminare altre soluzioni progettuali alternative rispettose delle norme urbanistiche – e conformi al PRG – che invito, sia le minoranze consiliari che la proprietà, a sottoporre all’attenzione dell’Ufficio Tecnico, in un dialogo costruttivo che permetta ad una realtà economica importante del nostro territorio, di continuare a dare lavoro, crescere e proseguire nello sviluppo economico del nostro Paese.
Domenico Scagliusi