Cisl, contrastare povertà, disoccupazione
Il clima di speranza che si avverte con la ripresa economica, malgrado la persistenza della pandemia, offre uno scenario positivo della situazione attuale anche in Puglia grazie alla spinta della campagna vaccinale. Nonostante questo cauto ottimismo l’ultimo rapporto della Caritas sulla povertà ed esclusione sociale in Italia, reso noto nei giorni scorsi, mostra un quadro ben diverso, di grande difficoltà.
L’indagine, infatti, evidenzia l’aumento della povertà negli ultimi 12 mesi. Sono 5,6 milioni le persone in regime di povertà assoluta in Italia; nel 2020, la Caritas ha supportato 1,9 milioni di persone, di cui il 44% è ricorsa ai sostegni per la prima volta.
I rapporti Caritas rilevano che a chiedere aiuto sono state anche soggetti “inediti” a tali sostegni prima del 2020, tra cui famiglie con minori, artigiani, piccoli commercianti, lavoratori in nero, precari, stagionali, casalinghe, pensionati, inoccupati, disoccupati che non hanno potuto beneficiare di ammortizzatori sociali o percepire il sussidio del reddito di cittadinanza. In Puglia nel 2020 circa 48 mila famiglie ha chiesto aiuto alle sedi Caritas. Rileviamo più povertà compresa quella culturale: oltre la metà delle persone (57,1%) ha la licenza media inferiore, nel Mezzogiorno sale anche al 77,6%. Durante il lockdown quasi 600mila studenti sono rimasti esclusi dalla Dad per mancanza di dotazioni tecnologiche. È una nuova povertà di redditi: nelle “zone rosse” più prolungate nel tempo il reddito si è ridotto di oltre il 50% per una famiglia ogni 20, esponendo così tante persone all’indebitamento patologico, come testimoniano le 5.065 persone famiglie ascoltate nelle fondazioni antiusura Caritas.
Infine, una povertà lavorativa, causata dalle meno ore lavorate (livello più basso degli ultimi 40 anni). A conferma di ciò al 31 ottobre 2021 le domande di prestazioni Covid (dati Inps) in Puglia presentate dall’inizio della pandemia relative a Cigo, Cig deroga e Fis ammontano a 270.314 Cosa capire da questi dati se non che la pandemia ha colpito duramente chi era già in difficoltà? Che le persone con pochi mezzi a disposizione pagano due volte questa crisi?
Si guarda a nuove fonti di economia e di benessere economico, alle risorse del PNRR; ma non ci può essere benessere se non pensiamo prima a quello sociale ed a creare opportunità di lavoro. Bisogna pertanto sostenere un patto di natura sociale: agli investimenti economici devono corrispondere altrettanti per il lavoro, lo sviluppo sociale, la priorità da dare al capitale umano;
tutto questo dovrà essere un impegno comune, delle parti sociali e della politica. È evidente che occorrono politiche attive del lavoro per contrastare disoccupazione e inattività anche attraverso il Gol (Garanzia occupabilità dei lavoratori) varato dal Governo e che per la Puglia prevede una prima trance di 69 milioni di euro. Siamo di fronte all’urgenza di dover investire massicciamente, pertanto le risorse del PNRR potranno e dovranno essere fondamentali anche in Puglia, così come stiamo proponendo come Cisl; serve una reale formazione dei giovani e di chi, anche meno giovane, è in cerca di occupazione, per riqualificare e accrescere le competenze professionali. Serve guardare alla dignità della persona, alla riduzione delle diseguaglianze, obiettivi raggiungibili attraverso il lavoro sicuro e contrattualizzato.