Monopoli, allarme casa. Solo “uso turistico”
“Buongiorno a tutti, ci sono alcune famiglie che stanno facendo fatica a trovare una casa in fitto, pur potendo pagare il fitto. Vi chiedo una mano segnalandomi possibili case”. Queste le parole pronunciate qualche tempo da Don Michele Petruzzi, parroco della chiesa del Sacro Cuore di Monopoli e responsabile locale della Caritas diocesana, parole che attestano quello che per molte famiglie monopolitane sta diventando un problema, se non addirittura un’emergenza, vale a dire quella di trovare una casa in affitto. La situazione rappresenta un vero e proprio paradosso se si pensa che Monopoli è una delle città dove si costruisce di più e sempre più spazi verdi sono sacrificati a favore di nuove costruzioni. Non tutti però si possono permettere l’acquisto di una nuova casa, considerando anche i prezzi, né tantomeno è facile avere un mutuo e allora per molti comincia l’incubo di cercare casa in affitto. Questa situazione è senz’altro il risvolto negativo del vivere in una “città turistica”, poiché molti proprietari di casa, ormai la stragrande maggioranza, preferiscono dedicarsi alla ricettività turistica, spesso non regolarmente registrata e autorizzata, il classico “nero” per intenderci. Se la situazione riguardava fino a qualche tempo fa il centro storico, ora anche il quartiere murattiano e le campagne sono terre di “colonizzazione turistica”. I cittadini, quindi, stentano a trovare abitazioni ove alloggiare, spesso si fittano appartamenti da settembre a maggio e poi? Si va in tenda in attesa che l’estate passi? Non parliamo poi dei prezzi, ormai proibitivi per i monoreddito, si parte da un minimo di 500 euro, ormai un regalo, a punte di 900 euro mensili chiesti per villette a schiera nella periferia di Monopoli. Come fa una famiglia, oggi, a vivere a Monopoli se deve fare i conti con queste cifre da capogiro? Molti, infatti, si spostano nei comuni limitrofi ove i prezzi sono senza dubbio più consoni ai redditi della maggior parte delle famiglie, ma è giusto tutto ciò? È possibile che i nostri politici, in maniera trasversale, non si pongano questo problema pensando, magari, anche a delle possibili soluzioni? È possibile che Monopoli debba diventare in molte zone una città alloggio per non residenti? Quello di cui parliamo avrebbe dovuto rappresentare un impegno prioritario di chi amministra a livello cittadino, sindaco e assessori di competenza, anche alla luce di una politica regionale fin troppo generosa in materia di edilizia (si pensi al Piano Casa). Speriamo che presto o tardi ci si ricordi anche delle fasce più deboli della popolazione. “Mi dispiace signora mia è solo uso foresteria” diceva una vecchia canzone di Luca Carboni, nel caso monopolitano diremmo “uso turistico”. Non basta far cementificare la città se poi c’è gente che non riesce a trovare casa e concludiamo con il detto latino cui prodest?
Cosimo Lamanna