Piano casa: impugnazione alla Corte Costituzionale
Il Movimento Manisporche di Monopoli (Bari), in una nota afferma: «Il Governo centrale, nei giorni scorsi, ha nuovamente impugnato il Piano Casa pugliese di fronte alla Corte Costituzionale dimostrando, se mai ve ne fosse stato ancora bisogno, l’assoluta illegittimità del reiterato e improprio utilizzo di uno strumento normativo edilizio, straordinario e temporaneo, per trasformare l’urbanistica delle città con interventi diretti e semplici permessi di costruzione.
Elenchiamo, ancora una volta, i difetti “giuridici” della legge 14/09:
- da straordinaria e temporanea, attraverso continue proroghe annuali, la legge è divenuta valida per oltre 12 anni
- con le proroghe, soprattutto dopo il 2015, sono state introdotte modifiche al testo originario che ne hanno snaturato le finalità originarie consentendo:
- di violare le destinazioni di zona previste dai piani urbanistici
- di superare, in alcuni casi, i limiti di altezza massima prescritti dagli strumenti urbanistici
- di costruire edifici anche nelle aree che, in base ai Piani, avrebbero dovuto essere
utilizzate per standards urbanistici (scuole, asili, parcheggi, ecc.)
- prevedendo che, ai fini del rilascio dei titoli edilizi, dovesse valere non già la legge urbanistica vigente al momento del rilascio ma addirittura la data di presentazione della domanda: questo assunto giuridico contraddice un principio di legalità (quello che impone di applicare le norme vigenti al momento in cui si produce un atto amministrativo) e induce la possibilità di creare una “riserva” di pratiche edilizie che, anche a distanza di tempo e quale che sia la eventuale nuova pianificazione urbanistica, potrebbero essere evase con il semplice ritiro dei titoli edilizi presentati e abbandonati nei cassetti degli uffici tecnici comunali. In altre parole, una spada di Damocle su ogni futura programmazione urbanistica del territorio.
- palese e oggettiva violazione di una legge statale, il DM 2.4.68 n.1444, che impone una entità minima e inderogabile di aree a standards urbanistici che ogni Piano urbanistico deve obbligatoriamente prevedere: non far rispettare le destinazioni urbanistiche con gli interventi del Piano Casa crea e ha creato una sottrazione di standards al di sotto del limite dei 18mq/ab come l’assurda possibilità di realizzare abitazioni in zone industriali.
Di fronte all’ennesima impugnazione del Piano Casa pugliese presso la Corte Costituzionale, da parte del Governo centrale, i consiglieri regionali e le categorie edili dovrebbero comprendere che non si possono trasformare le città con la facile scorciatoia di un utilizzo illegittimo di semplici leggi edilizie. L’impegno alla pianificazione urbanistica dei territori deve invece qualificare l’azione delle comunità e dei governi locali.
Per quanto riguarda norme premiali per la riqualificazione dei singoli edifici è necessario che, mettendo da parte le reazioni scomposte e ingiustificate inscenate da settori importanti del mondo politico e imprenditoriale in queste ore, si sostituisca il Piano Casa con una legge sul riuso del patrimonio edilizio esistente da approvare in tempi brevi. Così finirebbero le impugnazioni continue e le imprese lavorerebbero meglio con la sicurezza di una normativa chiara e legittima».