A Monopoli un sit in per la pace in piazza XX settembre
Si è tenuto domenica mattina il presidio per la pace a Monopoli, in piazza XX Settembre. A partire dalle 10.30 rappresentanti di movimenti, associazioni, partiti, istituzioni e semplici cittadini hanno affollato la piazza e si sono alternati al microfono per portare ciascuno il proprio punto di vista e il proprio appello sulla delicata situazione di conflitto nei territori ucraini.
L’apertura è stata affidata alla musica, con l’esecuzione del classico “Blowin’ in the wind” a firma del Premio Nobel Bob Dyla, a cura di due musicisti monopolitani: Nicola Boreale e Ruby Fanizzi.
Dopo il primo momento artistico, il coordinatore dell’iniziativa Marco Genualdo ha introdotto gli interventi che si sono susseguiti in un crescendo di partecipazione ed emozione.
Hanno preso la parola Francesco Giancola in rappresentanza della sezione cittadina dell’ANPI, il Sindaco di Monopoli Angelo Annese, la portavoce del Comitato Marianna Giannuzzi, Chiara Fanizzi, attivista dei Giovani Democratici, Roberto Romani, rappresentante d’istituto del Polo Liceale di Monopoli, Antonio Guccione segretario cittadino della CGIL, Annamaria Pinto Ostuni per Manisporche Giovani, Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Monopoli, Fabiana Capodiferro, presidente dell’associazione Articolo 18, Domenico Lenoci e Giovanni Tria del direttivo del Circolo Arci Contrada100.
L’iniziativa ha anche visto la partecipazione di un folto gruppo della Parrocchia Cattedrale, i cui rappresentanti sono intervenuti nel corso della mattinata in nome dei tanti accorsi in corteo, soprattutto bambini accompagnate da bandiere e striscioni.
Molto sentito l’intervento di Valida Shankishvili, cittadina georgiana residente a Monopoli, in rappresentanza della folta comunità dei paesi dell’est della città.
Oltre agli interventi al microfono, la mattinata ha visto alcuni contributi artistici a cura di associazioni e artisti monopolitani che hanno intervallato le testimonianze: i musicisti Nicola Boreale, Ruby Fanizzi e Chiara Biasi hanno intonato brani classici di John Lennon e del Premio Nobel Bob Dylan, l’associazione APS FLY ha interpretato il testo de “La Guerra di Piero” di Fabrizio De Andrè, la compagnia teatrale Allegra Brigata ha eseguito una toccante performance di parole e movimento sulle note del musicista cileno Nicolas Jaar.
Dalle parole della piazza giunge un unico grido di pace, un forte appello a tutte le forze in campo per un immediato cessate il fuoco che metta in salvo i civili e lasci spazio alle soluzioni diplomatiche.
Di seguito il testo dell’appello del Comitato, letto anche in piazza domenica.
L’invito è a seguire le prossime iniziative, che saranno tenute finché sarà necessario e comunicate sui canali social del Comitato:
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Il Comitato per la Pace di Monopoli condanna fermamente quanto sta accadendo in Ucraina, stato indipendente e autodeterminato, e dimostra la propria vicinanza al popolo ucraino vittima di ingiustificata violenza e sopraffazione.
Tale comitato nasce con l’idea di sostenere e mostrare vicinanza al popolo ucraino condannando fermamente questa guerra, e tutte le altre guerre che ci sono nel Mondo.
Chiediamo che tra gli stati belligeranti sia dichiarato immediatamente il cessate il fuoco.
Le immagini e le notizie che ci arrivano ci dimostrano ancora una volta quanto una guerra non provochi solo vittime tra i militari ma soprattutto tra i civili: i bombardamenti e le violenze costringono uomini, donne e bambini a fuggire, con l’unica possibilità di sopravvivere, cioè diventare profughi. La sofferenza inflitta da una guerra ha sempre mille volti e altrettante conseguenze.
Noi cittadini e cittadine italiani chiediamo all’Italia e all’Unione Europea di non alimentare il vortice delle violenze con l’invio di armi e materiale bellico sul fronte ucraino. Le ragioni della pace non le può portare la guerra. Riteniamo infatti che ogni sforzo dei nostri Stati in questo senso sia disfunzionale al raggiungimento della pace, come dimostrano i conflitti degli ultimi vent’anni (Siria, Libia, Yemen, ecc). L’unica strada percorribile è la via diplomatica, quella del dialogo.
La nostra Costituzione nell’articolo 11 afferma chiaramente che “L’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.” Davanti a tale completezza di indicazioni della nostra Carta Fondamentale, riteniamo che l’unica strada possibile sia dare piena adempienza a questo articolo, frutto proprio di un’altra dolorosa esperienza bellica, quella della seconda guerra mondiale.
Come cittadini europei, invece, facciamo appello ai valori dell’Unione: “L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze” (art. 2 del Trattato sull’Unione Europea). Nell’ottica della promozione dei valori fondanti dell’Unione è quanto mai necessario tradurli in pratiche solide e perseveranti, fuori e dentro le stanze della politica. E’ urgente, inoltre, promuovere una riflessione profonda sulle questioni direttamente collegate (e contrapposte) alla pace: la produzione di armi e la corsa al riarmo che ha caratterizzato gli ultimi anni. Non possiamo, infatti, in aderenza a questi principi, negare l’esistenza di questioni cruciali come questa, che muovono miliardi di euro ogni anno e che alimentano le speculazioni sui conflitti di tutto il mondo.
Come cittadini monopolitani, inoltre, sottolineiamo come da sempre la nostra città sia stata luogo di accoglienza: dalle lontane origini legate all’arrivo – secondo la tradizione – dei profughi di Egnazia, passando per il ruolo fondamentale svolto dal suo porto, balcone affacciato sull’Adriatico nel Medioevo e nell’Età Moderna, fino agli eventi della nostra storia più recente: il soccorso dei naufraghi della nave Heleanna, nel 1971, che ha valso alla città il conferimento della Medaglia d’Argento al Merito Civile, e soprattutto l’accoglienza, tra febbraio e marzo del 1991, di centinaia di profughi provenienti dai porti della vicina Albania: Monopoli si mostrò, ancora una volta, città di accoglienza, aprendo le antiche porte dei suoi palazzi, delle sue chiese e delle case dei semplici cittadini alle famiglie che fuggivano da una drammatica crisi politica ed economica, con un lascito di integrazione che perdura ancora oggi.
Per tutto questo, il nostro Comitato per la Pace, portavoce delle istanze di tutte le componenti della città, non può che ripudiare la guerra e le violenze in ogni loro forma, e sostenere, con forza, che la strada diplomatica sia l’unica per sciogliere il pur complesso conflitto in atto tra Ucraina e Russia, così come in ogni altro teatro di guerra. Qualsiasi attacco alla libertà e alla democrazia di un paese sovrano riguarda ognuno di noi, e il rispetto delle vite umane deve essere, a nostro avviso, la priorità che deve spingere gli Stati coinvolti a riflettere sulle milioni di persone che vivono e vivranno, direttamente o indirettamente, lo strazio della guerra.