Bari, Libera comemmora le vittime di mafia davanti una fabbrica chiusa
Si è concluso il 21 marzo di Libera Puglia con le lavoratrici e i lavoratori della Zona Industriale di Bari a rischio licenziamento.
Presenti tra gli altri, i familiari delle vittime innocenti Luigi Fanelli, Giuseppe Mizzi, Michele Fazio, Nicola Ruffo, Francesco Borrelli, la Prefetta Antonia Bellomo, capo procuratore di Bari Roberto Rossi, capo procuratore di Trani Renato Nitti, procuratore DDA di Bari Francesco Giannella, vicario questore di Bari Aldo Fusco, gli assessori Ines Pierucci, Vito Lacoppola, Paola Romano, i rappresentanti associazioni, scout, dei presidi di Libera di Bari, Terlizzi, Corato, Valenzano e Casamassima ed i sindacati CGIL, CISL, UIL e FIOM.
La mattinata è iniziata con un intervento del referente di Libera Puglia, don Angelo Cassano, che ha rivolto subito il saluto di Libera ai familiari delle vittime innocenti delle mafie presenti alla manifestazione.
Ha ricordato, inoltre, il recente incontro del 4 marzo di lavoratrici e lavoratori con don Luigi Ciotti, che aveva ascoltato il grido di dolore di uomini e donne che hanno espresso la loro difficoltà nel portare avanti la famiglia e il quotidiano. Sono 39 i tavoli di crisi attualmente attivi in provincia di Bari.
“Oggi è importante vivere il 21 marzo con tutti, anche con gli studenti”, ha dichiarato don Angelo Cassano. “La lotta la fanno i magistrati, alcuni dei quali presenti, le forze dell’ordine, ma non solo. Come società civile, grande attenzione va posta sul tema della povertà educativa, che va contrastata per sottrarre i ragazzi dalle grinfie dei mafiosi. La mafia si sconfigge anche sul tema della cultura del lavoro, perciò oggi siamo qui a leggere i 1074 nomi delle vittime innocenti delle mafie.”
Dopo la lettura dei nomi, sono intervenuti i familiari delle vittime innocenti per portare la loro testimonianza a conclusione della manifestazione.